Istmo, torna lo spauracchio delle ruspe

Notificate 5 ordinanze di sgombero

A distanza di quasi otto anni, torna lo spauracchio delle ruspe sull'Istmo dello Schiapparo, una delle fasce a più alta densità di fabbricati abusivi, spesso annoverata tra gli 'ecomostri' da eliminare con la massima priorità sulle coste italiane.

Nei giorni scorsi, infatti, sono state notificate cinque ordinanze di sgombero di altrettanti fabbricati, a firma del responsabile del III Settore del comune di Lesina, con l'ingiunzione di provvedere allo sgombero tassativamente entro il 30 settembre (oggi), in quanto "le procedure di demolizione dei fabbricati abusivamente realizzati (si intende i cinque oggetto di notifica, ndr)  sono concluse".

E ieri pomeriggio, presso il comune di Lesina, si sarebbe tenuto un incontro informale tra i destinatari dell'ingiunzione e il responsabile amministrativo firmatario del provvedimento, il quale avrebbe dichiarato di aver testualmente eseguito un'ordinanza della Procura della Repubblica di Lucera, su vecchie sentenze passate in giudicato, probabilmente riguardanti il sequestro, all'epoca, degli immobili abusivi.

Ma, a quanto pare, le condizioni economiche del Comune di Lesina potrebbero non consentire anticipazioni di cassa per porre in essere le opere di demolizione, il cui costo, comunque (si parla di una media di 25 mila euro per immobile) sarà addebitato ai propietari.

Già il 18 febbraio 2004, ruspe dell'Esercito Italiano, scortate dai Carabinieri, raggiunsero la zona in esecuzione di un'ordinanza di demolizione di oltre 120 villette. In realtà ne caddero solo quattro e le operazioni furono sospese per l'accesa protesta degli abusivi, molti dei quali si incatenarono ai cancelli dei propri immobili, con momenti di tensione anche preoccupante.

Tutt'ora le macerie di quelle case giacciono sul posto. Nonostante il sequestro di alcuni terreni e il divieto assoluto di porvi opere edilizie o trasformazioni di sorta, il cemento fresco non è affatto sconosciuto sui circa 8 Km di costruzioni abusive. Una zona rimasta senza servizi, ai limiti della vivibilità, con un progetto di recupero, il P.I.R.T., che rimane ad oggi solo sull carta.

Voci di corridoio, a proposito, riferiscono di un incontro tenuto a Bari, presso la Regione Puglia, tra una delle società proprietarie della fascia di terra e l'assessorato alla Pianificazione del Territorio, che si sarebbe risolto ancora una volta in un nulla di fatto.

Staff sannicandro.org

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