Dipendenti ufficio anagrafe, ecco i capi di accusa

Al momento solo la sospensione dal servizio per via cautelare

I Carabinieri del Comando Stazione di San Nicandro Garganico hanno dato esecuzione alla misura cautelare della sospensione dal servizio emessa a carico due impiegati del locale Comune che avevano abusato delle mansioni inerenti al loro ufficio richiedendo indebitamente denaro a privati cittadini per il rilascio di certificazioni e il rinnovo di documenti di identità.

I reati. Concussione e tentata concussione in concorso sono i reati contestatigli perpetrate in danno di soggetti deboli, per età, nazionalità o, infine, condizioni di salute.

Le indagini partite con la denuncia di un cittadino. Le attività di indagine dei Carabinieri di San Nicandro hanno avuto inizio nell’ottobre del 2011 quando un cittadino riferiva ai militari di essersi recato presso gli uffici del locale Comune e di aver dovuto esborsare una somma di denaro non consona, richiestagli irritualmente per il rilascio di una situazione di famiglia, dall’impiegato preposto il quale, nella circostanza, aveva tra l’altro sostenuto al richiedente che gli stava facendo un favore.

Nel febbraio del 2012 i Carabinieri di San Nicandro avevano accertato che un’altra vittima era caduta nelle grinfie del medesimo dipendente comunale. In quell’occasione, una donna, assieme ad uno stretto familiare, si era recata presso gli uffici comunali per ottenere due nuove carte di identità sentendosi dire che i due documenti non potevano esserle rilasciati perché il costo era elevato, ben sapendo la vittima che la somma per il disbrigo di quella pratica ammonta a undici euro. L’ episodio, dopo varie peripezie, si era concluso positivamente, probabilmente per l’intervento del funzionario responsabile ma già nel giugno del 2011 la stessa donna aveva avuto a che fare con quell’impiegato che "le aveva richiesto ben 1500 euro per il semplice rilascio del certificato di famiglia integrale."

I Carabinieri accertavano ancora che, nuovamente nel mese di febbraio 2012, si offriva di occuparsi del rilascio di un certificato di stato di famiglia dicendo alla signora che glielo aveva richiesto che vi erano degli intralci burocratici, offrendosi nel contempo di occuparsi della pratica personalmente, addirittura riferendo alla donna che egli sarebbe stato disponibile di recarsi a casa sua, probabilmente per spiegarle come poter risolvere il "problema".

All’inizio del mese di gennaio 2012, nella Stazione Carabinieri di San Nicandro veniva formalizzata la denuncia da parte di un altro cittadino, stavolta straniero, il quale riferiva che, dopo aver ottenuto la residenza, aveva richiesto la carta di identità italiana per sé e per la moglie. Altro impiegato poi identificato aveva spiegato che vi erano delle difficoltà per la consorte non avendo questa un regolare contratto di lavoro; così gli aveva chiesto il numero di cellulare, dicendo che lo avrebbe chiamato per dirgli come risolvere il problema.

L’impiegato aveva poi contattato più volte telefonicamente il cittadino di origine straniera e in una circostanza gli aveva dato appuntamento sulla pubblica via per poter “risolvere la questione”. L’impiegato si era anche impadronito dei documenti di identità stranieri del cittadino e della consorte con il pretesto di dover compiere delle verifiche. Ingiustificatamente privati di quei documenti i coniugi non avevano potuto recarsi nel paese di origine. Successivamente l’impiegato aveva consegnato le nuove carte di identità italiane al malcapitato, soggiungendogli che per il rilascio di quei documenti quest’ultimo doveva pagare 250 euro adducendo come scusante l’assenza di un contratto di lavoro in favore della moglie e che, per tale motivo, l’impiegato avrebbe dovuto dare quella somma ad un avvocato. L’impiegato aveva poi contattato ripetutamente la vittima ingiungendogli di fargli recapitare quel denaro.

Fonte: statoquotidiano.it

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