Mafia garganica: in carcere Michele Ciavarrella

Secondo l'accusa avrebbe istigato il nipote ad uccidere Scanzano e Graziano

E' un lungo servizio, pubblicato ieri da 'La Gazzetta del Mezzogiorno', ad informare che il Il Tribunale del riesame di Bari ha accolto l’appello del pm della Dda Domenico Seccia e disposto l’arresto del sannicandrese Michele Ciavarrella, 41 anni, detto «La vacca» per gli omicidi di Daniele Scanzano, ammazzato a San Nicandro il 16 marzo del 2003, e dell’amico Antonio Daniele Graziano ucciso 48 giorni dopo a Cagnano Varano, il 4 maggio del 2003, nell’ambito della faida sannicandrese.

L’arresto di Ciavarrella - attualmente detenuto per scontare 4 anni per mafia inflittigli nel maxi-processo alla mafia garganica quale affiliato all’omonimo clan - è sospeso, perchè il difensore l’avv. Ettore Censano presenterà ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale del riesame.

Se la suprema corte dovesse confermare il provvedimento, scatterebbe l’arresto del sannicandrese quale presunto istigatore dei due omicidi compiuti dal nipote Matteo Ciavarrella, ergastolano.

Ad incriminare Michele Ciavarrella, una intercettazione ambientale avvenuta durante un colloquio tra lui e il nipote Matteo nel carcere di San Severo: secondo la Dda è la prova che sia stato il primo ad istigare il nipote a compiere i due omicidi.

Intanto la corte d'Assise d'appello di Bari dovrà ancora pronunciarsi su dieci imputati del maxi-processo alla mafia garganica, la maggior parte dei quali assolti in primo grado.

Nel frattempo, tuttavia, cambia il presidente della corte e il processo, già avviato da tempo, dovrà ripartire da zero, con i tempi di detenzione degli imputati che si allungano.

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