Mario Monti ricorda la storia degli Ebrei di San Nicandro

La storia dimenticata, da San Nicandro Garganico fino in Israele per «far fiorire il deserto»

«Come, da un cammino di tenebre, uscì la luce»: così scrisse nel suo diario Donato Manduzio il contadino di San Nicandro Garganico che nel 1930 cominciò la sua conversione all’ebraismo, unendo attorno a sè un gruppo di braccianti pugliesi come lui. La storia – ricordata oggi dal presidente del consiglio Mario Monti nel suo intervento alla festa a Villa Miani per l’Indipendenza dello stato di Israele - si concluse nel 1946 con la circoncisione di 13 maschi e il bagno rituale ebbe luogo dieci giorni dopo nelle onde del mare Adriatico, a Torre Mileto.

Nel 1948 il gruppo emigrò in Israele dove ancora vivono i discendenti di questi contadini italiani convertitisi all’ebraismo. Ma in quei lunghi anni prima della definitiva appartenenza al popolo ebraico, i rapporti tra questi uomini – guidati da Manduzio, che scelse come secondo cognome Levi – e l’ebraismo ufficiale italiano non furono semplici.

Nel 1936 il Rabbino capo di Roma, Rav Angelo Sacerdoti, pensò che le lettere inviate dal gruppo di San Nicandro con cui si chiedevano informazioni e consigli, fossero «uno scherzo». Solo dopo cominciarono i primi e veri contatti che proseguirono negli anni seguenti. Va detto inoltre che nel 1938 a novembre furono promulgate le Leggi razziali e le stesse istituzioni ebraiche consigliarono a Manduzio di rimandare la conversione. Poi lo scoppio della guerra protrasse ancora la vicenda.

Nel 1945, dopo la liberazione, con il ritorno a Roma del rabbino capo David Prato le cose accelerarono: nel 1946, il rabbino Alfredo Ravenna fu mandato da Roma per organizzare la circoncisione collettiva. Manduzio, tuttavia, a causa delle sue cattive condizioni di salute, non potè essere circonciso. Subito dopo prese forza l’emigrazione in Israele: Manduzio era però morto prima. Il suo corpo riposa nel cimitero di San Nicandro: una lapide reca inserita una sua fotografia fra due stelle di Davide.

Fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it

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