Costantino Cirelli sostiene il "Movimento Rivoluzione Civile"

"A San Nicandro serve una rivoluzione, culturale prima e politica poi, per risanare la città"

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Costantino Cirelli, ex vice sindaco di San Nicandro Garganico.

«Mesi fa ebbi occasione di scrivere che a San Nicandro serve una rivoluzione, culturale prima e politica poi, per risanare la Città. Mesi dopo mi sono ritrovato con migliaia di altre persone che la pensavano come me per l’Italia intera. Antonio Ingroia ha raccolto la sfida ed ha creato il “Movimento Rivoluzione Civile”.

Il Movimento ha posto al primo punto del suo programma il “lavoro” che deve essere al centro delle scelte economiche di chi governa.  A San Nicandro non c’è lavoro un po’ per la grave crisi internazionale e un po’ di più perché l’apparato politico e burocratico non favorisce gli investimenti dei privati.

Da qui al tema della legalità il passo è breve. Il tema della legalità, a mio parere, è stato sottovalutato. Non si parla più a sufficienza di “questione morale”. Eppure, la diffusa illegalità produce un ammanco di 490 miliardi di PIL. Questo per dire che l’imprenditore investe dove non trova ostacoli politico - burocratici, dove non c’è corruzione e nei luoghi in cui non ha timore di dover pagare il “pizzo”. Su questi punti si deve trovare una convergenza politica delle migliori forze della Città.

Io ritengo che il movimento di Ingroia, per sua natura, sia un interlocutore privilegiato così come lo sono, per tradizione, tutte le forze politiche e gli altri Movimenti che, sul punto, conducono battaglie.

Di questi argomenti bisogna discutere se si vuole “creare” lavoro a San Nicandro. E’ necessario pure che subito si affrontino altri temi e si fissino altri obiettivi oltre quello della legalità. E’ necessaria la condivisione politica e l’approvazione, subito e senza condizioni, sia del Piano regolatore (PUG) che del nuovo Piano commerciale; è necessario affrontare di nuovo il tema dello smaltimento dei rifiuti alla luce della decisione giurisdizionale sull’impianto di biostabilizzazione. A mio parere si può tuttora ridiscutere la riperimetrazione della discarica che eccede tecnicamente le esigenze dell’impianto.

Si può ancora, ove la Regione Puglia non frapponesse ostacoli, proporre una diversa tecnologia, a mio parere più avanzata, come quella della piroscissione; bisogna condividere e promuovere il riposizionamento dell’ex Fondazione Zaccagnino; bisogna definire il ruolo dell’Ente parco quale promotore di sviluppo del territorio. Non ultima la necessità di una gestione più attenta e trasparente delle politiche sociali della Città.

Questi sono i temi caldi sui quali la politica sannicandrese si deve confrontare. Su questi temi bisogna cercare le convergenze politiche dubitando dei calcoli pre-elettorali. Perché il problema a San Nicandro non è tanto vincere le elezioni bensì poter governare dopo averle vinte. Bisogna confrontarsi sull’idea di Città che si ha in mente: e se non si ha la stessa idea, meglio perdere le elezioni che fare pessime figure subito dopo. Tutto questo per il bene di una Città che non può più aspettare.

Una nuova politica è necessaria perché i nostri figli possano avere le nostre stesse opportunità. Non possiamo accettare l’ipotesi che i nostri padri, operai ed emigranti, credessero in un futuro migliore per i loro figli mentre noi ci aspettiamo per i nostri uno peggiore. E’ necessaria una nuova politica per il Sud.

Ho letto con attenzione la sofisticata chiamata di De Cato così come quella appassionata di Vocale. Ora, però, è tempo di mettersi a tavolino e discutere per capire chi può dare qualcosa alla Città e chi vuole solo prendere qualcosa dalla Città.

I partiti non commettano l’errore di proporre gli uomini peggiori per un’Amministrazione a trazione ridotta. Perché la prossima Amministrazione della Città, benché controllata, può diventare l’Amministrazione delle riforme e preparare il migliore futuro dei sannicandresi.

San Nicandro può tornare ad essere un laboratorio politico come lo era in passato. Ora è tempo!»

Costantino Cirelli

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