Il consultorio a rischio declassamento

La legge 'taglia-consultori' colpisce anche San Nicandro

«Il consultorio familiare di San Nicandro non si tocca». Si è attivato anche il Comune di San Nicandro Garganico a difesa del proprio consultorio che, nell'ambito della riorganizzazione della rete dei consultori pugliesi varato dalla Regione Puglia, rischia di essere declassato a mero punto di accoglienza.

Con una delibera di giunta del 9 maggio scorso, l'amministrazione comunale ha chiesto infatti al Presidente Vendola e ai componenti della Giunta Regionale «l'attivazione di un tavolo di concertazione, da tenersi nel più breve tempo possibile, per giungere alla revoca della delibera regionale 735/2010 (la "taglia-consultori", al momento bloccata in virtù del sollevamento di alcuni sindaci e comunità pugliesi) e di porre in essere ogni attività finalizzata alla definizione della realtà consultoriale della città di San Nicandro Garganico quale Consultorio Familiare (CF propriamente detto), alla stregua della normativa vigente».

Il declassamento subito dalla cittadina garganica è ritenuto dal sindaco Costantino Squeo, il frutto di una «riorganizzazione palesemente illogica e contraddittoria, assolutamente non coerente con i criteri previsti dalla DGR 405 che riguardano anche l’assetto strutturale, e si poggia su di una ricognizione delle strutture consultoriali presenti sul territorio pugliese per quel che attiene alle sedi, alla dotazione di personale e alle principali attività del tutto non rispondente al vero.

La decisione adottata dalla Giunta Regionale - aggiunge - si appalesa essere iniqua e penalizzante per i cittadini dei comuni   interessati e per la città di San Nicandro G.co in modo precipuo, non solo per questa vicenda, ma anche per aver subito, nel corso degli anni e per mero calcolo politico elettorale, la perdita della sede del Distretto».

Con una serie di osservazioni elencate in delibera, gli amministratori sannicandresi evidenziano una serie di aspetti che rendono incongruenti le scelte operate rispetto ai requisiti e alle caratteristiche richieste per la conservazione delle sedi territoriali di Consultorio Famigliare.

La riorganizzazione prospettata dalla Regione prevederebbe infatti la conferma dei consultori famigliari di   Apricena (nel Distretto 1), San Severo e San Marco in Lamis, unico nel Distretto 2 (quello a cui appartiene San Nicandro) e Vieste (nel Distretto 3); l'istituzione di un nuovo consultorio a Vico del Gargano e la soppressione a Rodi.

Punti di accoglienza San Nicandro, Cagnano Varano e Isole Tremiti. Ma San Nicandro non ci sta e protesta con una serie di argomentazioni evidenziate dalle relazioni dei due assessori competenti, Angela Nardella e Cinzia Tenace: «San Marco in Lamis non possiede alcuna struttura autonoma essendo il consultorio allocato nelle sedi del distretto; non vi è un organico completo e l’utenza coperta è di gran lunga   inferiore a quella di San Nicandro e comunque la sede è notoriamente disagiata rispetto alla nostra città».

Come se non bastassero i requisiti di sede, servizi ed organico che la città di San Nicandro possiede, gli amministratori adducono, inoltre, anche i dati sviluppati dal consultorio locale negli anni, ritenuti assolutamente incomparabili con quelli di altre realtà, anche interdistrettuali: «Solo nel 2009 si sono registrate 1672 visite e prestazioni ginecologiche; 343 pap test; 110 visite pediatriche; 927 attività di servizio sociale; 6 corsi pre-parto; 3 corsi in puerperio; 4 corsi per allattamento», spiega l'assessore ai servizi sociali comunali Angela Nardella.

Il consultorio familiare di San Nicandro è operante sul territorio dal 1980, anno di istituzione dei consultori in Italia.

(Anna Lucia Sticozzi da La Gazzetta di Capitanata)

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