Calarossa liberata dalla morsa dei rifiuti

Il Gargano stringe la mano a Davide De Cato

Per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare’, cantava così Piero Focaccia nel 1963. Un tormentone estivo mai domo che ben si confà a Davide De Cato, tornato a Calarossa per compiere (per il secondo anno consecutivo) il gesto nobile di liberare questo incantevole angolo del Gargano dalla morsa dei rifiuti. Aiutato da Antonella, ha provveduto alla rimozione di batterie, siringhe, reti da pesca, contenitori di plastica e vetro.

Ed è così che i bagnanti, grazie al suo prezioso intervento, sono tornati a trascorrere in tranquillità le giornate di mare sulle sei calette che si snodano lungo il tratto di costa che prende il nome dall’omonima torre costruita nel 1569 a due chilometri dalla foce di Capoiale, durante il rafforzamento di difesa delle coste dell'Adriatico meridionale ad opera del viceré spagnolo Don Pedro di Toledo.

In quell’ambiente dominato dalla macchia mediterranea, con la torre o quel che resta di essa che si affaccia sul mare e osserva le Tremiti come a voler fare l’amore, è ancor più rassicurante sapere che le spiaggette sono tornate a splendere. Il Gargano stringe la mano a Davide De Cato, che sulla fan page 'Calarossa', ha già incassato i meritati complimenti e ringraziamenti di amici o semplici conoscenti. Un raggio di sole nella tempesta di comportamenti incivili che mettono a dura prova la resistenza della Montagna del Sole e delle sue meraviglie.

Dopo l’operazione fai da te, Davide lancia l'appello alle istituzioni e alle autorità competenti: “Spero che il nostro gesto sia da esempio per quanti vogliano dare dimostrazione di rispetto verso il proprio territorio. Spero inoltre che la nostra Amministrazione comunale di San Nicandro Garganico e le ulteriori autorità competenti – Capitaneria di Porto e Guardia Costiera - vogliano comprendere quanto sia necessario e doveroso tutelare una risorsa tanto importante per il territorio e affrontare finalmente l'annosa questione dell'inquinamento marino e costiero della nostra area, causato in parte dalla presenza delle calzette di mare spesso gettate direttamente a mare dai locali allevatori di mitili”.

Fonte: FoggiaToday

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