Omicidio Palmieri, rissa per mazzetto di asparagi

Di Areste sarebbe stato debitore

Un mazzetto di asparagi non pagato alla base della lite sfociata ieri in tragedia, a San Nicandro Garganico, dove ha perso la vita Antonio Palmieri, disoccupato di 55 anni. E non poteva essere altrimenti. Palmieri in paese era conosciuto come una persona tranquilla, che tirava avanti con qualche turno da LSU e, in questo periodo, vendendo asparagi selvatici, che si recava a raccogliere tutti i giorni.

Un'attività condivisa con Pietro Di Areste, l'aggressore di 26 anni, noto alle forze dell'ordine per piccoli precedenti di spaccio: i due erano conoscenti di vecchia data. Stando alle ricostruzioni, Di Areste era debitore a Palmieri del pagamento di un mazzo di asparagi, venduti alla madre di Di Areste.

Ieri sera, l'ennesima richiesta di pagamento da parte di Palmieri, contornata da un acceso diverbio, avrebbe scatenato l'ira di Di Areste, che con un pugno avrebbe messo a terra il Palmieri. Una grave lesione alla parte posteriore del cranio la causa della morte, sopraggiunta all'arrivo in ospedale a San Severo, dopo che la vittima aveva già perso conoscenza sul colpo.

I Carabinieri di San Nicandro sono intervenuti tempestivamente, dopo la segnalazione al 112 e al 118 da parte di alcuni testimoni. Una lite durata pochi istanti, tanto che era già troppo tardi quando i presenti hanno cercato di mediare. Pietro Di Areste si è presentato spontaneamente questa mattina alle 5 in caserma, insieme al suo avvocato, forse sapendo che i Carabinieri erano sulle sue tracce.

Ieri sera si era dato irreperibile, dopo essere fuggito dal luogo del delitto, fracassando le vetrine di un bar e minacciandone il titolare, a quanto appreso dai militari dell'Arma. Accompagnato presso la Casa circondariale di Lucera, dovrà rispondere di omicidio preterintenzionale.

Staff sannicandro.org

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