Servizi a domanda: Corte dei Conti blocca gratuità

Il Comune dovrà stabilire delle tariffe. Copertura troppo bassa.

Cittadini sannicandresi privilegiati nella concessione dei servizi a domanda comunali, fino ad ora elargiti gratuitamente nella quasi totalità. Ora, però, non sarà più possibile per un espresso richiamo della Corte dei Conti regionale all'osservanza dell'art. 243, comma 2, del T.U.E.L. (Testo Unico Enti Locali).

La normativa, infatti, piuttosto datata ma mai osservata a San Nicandro salvo qualche eccezione, prevede che gli enti locali stabiliscano, per i servizi a domanda, un contributo di concessione al cittadino utile a coprire almeno il 36% della spesa. Fino ad ora, invece, il comune di San Nicandro riesce a far pagare ai cittadini meno del 10%, con il restante 26% a carico indiscriminato delle casse comunali.

Pertanto il Comune, su indirizzo già adottato dalla Giunta, provvederà a stabilire ex novo o a rivedere i contributi forfettari, utili a coprire la percentuale di spesa suddetta, per i servizi di mensa scolastica, servizio scuolabus, uscite didattiche intra ed extra urbane con mezzi comunali, postazioni internet presso la Biblioteca comunale, utilizzo dell'auditorium comunale, assistenza agli anziani, teatro, utilizzo della palestre comunali.

«Quello della Corte dei Conti regionale - spiega l'assessore alla Pubblica Istruzione Antonio Gambuto - pur essendo un semplice invito ad osservare la normativa, denuncia ancora una volta la sregolatezza della spesa pubblica a cui l'Ente è stato soggetto per lunghissimi anni, fino al tracollo economico.

Si tratterà - conclude Gambuto - di rivedere alcune tariffe già esistenti e, soprattutto, di aggiungerne su servizi fin ora concessi senza regola, il tutto come avviene in ogni ente locale che si rispetti e senza particolare peso sui cittadini».

Matteo Vocale

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