Al nonno Matteo

Giorno 21 Gennaio a.c. ricorre il sesto anniversario della scomparsa di Matteo Bellotti.

Questa mia lettera oltre che una dedica vuole essere un tributo fatto da una nipote verso il proprio nonno, con l'orgoglio di condividerlo insieme a quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo ed il dovere di presentare alle nuove generazioni una figura di spicco della vecchia politica locale che ha dato lustro alla nostra comunità. Matteo Bellotti nasce a Sannicandro il 10 luglio del 1924 da una famiglia contadina, secondo di quattro figli il piccolo Matteo venne presto a contatto con la contadina, secondo di quattro figli il piccolo Matteo venne presto a contatto con la dura realtà di quel contesto storico.

A otto anni lascia, suo malgrado, gli studi per il lavoro, era un periodo di miseria, di grandi sacrifici e sofferenze. Un idea di quella parentesi storica si trova nella realizzazione del film l'antimiracolo, dove viene quasi fedelmente riprodotta la consapevolezza di una realtà crudele, di una miseria che non lascia scampo, di un destino invincibile. Proprio questo era uno dei tratti principali del suo carattere, un carattere "Invincibile ed Indomito ", contro le avversità della vita, contro la prepotenza dei "Padroni" fianco a fianco con il popolo nelle lotte salariali e nelle rivendicazioni sindacali per la difesa dei diritti dei più deboli e delle terre della Sacca Orientale, terre guadagnate con sangue e sudore metro per metro.

Figura di spicco del PCI, si affacciò alla vita politica locale nelle elezioni del maggio del 1956 dove arrivò secondo a Mascolo, dopo quest'esordio promettente si ritirò dalle pubbliche contese poiché' non era avvezzo a compromessi e sotterfugi. Un uomo per il quale la politica era il mezzo per aiutare i più deboli e non il fine per i suoi interessi, non aveva bisogno di essere eletto gli bastava salire sul palco con portamento sicuro e voce stentorea infervorava le folle. La mia testimonianza, peraltro non vissuta di persona, ma letta tra le righe,documentata dai racconti di chi era presente e vista negli occhi dei più anziani quando mi chiedono a quale famiglia appartengo, mi inorgoglisce ma non vuole ostentare celebrazione verso la figura di quest'uomo che indubbiamente incarna il modello di sannicandrese, irriducibile combattente attaccato alle proprie origini orgoglioso e fiero della sua terra con fede profonda negli ideali di libertà ed uguaglianza sociale, al quale le nuove generazioni potrebbero e dovrebbero ispirarsi. Il regalo più bello che posso fare a mio nonno e' quello di ricordarlo e presentare la sua figura alle nuove generazioni, poiché' credo che quando una persona, nel suo breve passaggio, riesce a lasciare insegnamenti preziosi per gli altri, si sia guadagnato l’immortalità.

Con cuore la nipote Laura Nardella

 

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