L'insegnante da una sola presenza al "Severi" di Padova

 

La legge della “Buona scuola” di Renzi non solo produce disastri nell’organizzazione scolastica, che ha capovolto l’Italia, trasferendo in modo assurdo gli insegnanti, ma anche buchi neri nel rispetto delladeontologia professionale. 

A una mia domanda, ad un alto dirigente ora in pensione, sulla nuova legge della buona scuola, ha risposto che la legge ha sistemato migliaia di insegnanti fuori ruolo da anni, molti dei quali non idonei all’insegnamento perché privi deirequisiti richiesti dalla mutata realtà scolastica. 

Per questo, ha proseguito, i sindacati non hanno protestato proprio perché è stato immesso, in ruolo, personale docente che mal si concilia con le attuali esigenze scolastiche. 

Non per fare di tutta l’erba un fascio, ci sono, infatti, insegnanti che fanno onore al loro ruolo di educandi e di professionisti. 

Il caso dell’insegnante del Sud, che ha firmato la presenza di un solo giorno all’Istituto Severi per rientrare al suo paese di residenza, è emblematico, anche se non lede alcuna norma norma di legge. 

Ha fatto rientro dissimulando il suo diritto al congedo parentale, tutto da chiarire, per “accudire” al suo studio di commercialista. 

Urge rivedere le norme che regolano l’incompatibilità fra impiego pubblico e libera professione.

Costui, l’insegnante, oltre a calpestare il codice deontologico di insegnante, ha causato il licenziamento di una insegnante capace ed assidua al lavoro,bisognosa del “pane quotidiano”, oltre al danno della popolazione scolastica priva di insegnante per lungo tempo.

Vogliamo regolamentare situazioni del pubblico impiego che stridono fra loro,  specie con la legalità di situazioni in contrasto con il contratto collettivo di lavoro?

L’insegnante in questione, tra l’altro professore di diritto, ha calpestato e leso l’altrui diritto. Il suo, dell’insegnante, è un diritto protetto, l’altro, quello dell’alunno, claudicante.

Attualmente la legge tutela in modo sproporzionato solo il diritto dell’insegnante e non, invece, il diritto alla buona scuola degli alunni.

Michele Russi Padova

Padova 14/01/2017

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