Homo quisque faber fortunae suae

Cari lettori,

è da un po' di tempo che volevo scrivere quest’articolo. Da giovane laureato, impegnato nella vita sociale, mi pongo delle domande alle quali non riesco a ricevere delle risposte adeguate. Per questo motivo, ho deciso di interagire con voi. L’Italia è una nazione poliedrica. Essa possiede ottime risorse paesaggistiche. A livello archeologico, detiene beni culturali da far invidia a tutte le nazioni del mondo. Nel nostro Stato è presente la crisi economica. I dati non sono dei più confortanti. Cosa manca per un necessario sviluppo del “Bel Paese” e della nostra San Nicandro? Dobbiamo veramente arrenderci? Emigrare, anche, controvoglia? Qual’ è la ricetta? Mi preme sottolineare che nessuno, incluso me, abbia frequentato, mai, la scuola per maghi di Hoghwarts. La politica offre delle risposte. Laddove non ci riesca, è necessario che si muovano i cittadini. Personalmente, penso al motto latino che afferma: “Gutta cavat lapidem”. La traduzione è: “La goccia che scava la pietra”. Qualsiasi persona, liberamente, potrebbe e dovrebbe impegnarsi per il miglioramento e per la crescita della propria cittadina. Ben vengano, gli imprenditori, le associazioni di qualsiasi specie, ed il volontariato. Mi piacerebbe vedere, più giovani che comunicano per le strade, che vivono attivamente la città, piuttosto che scrutare gli stessi sfiduciati e in preda dei social network. Mi piacerebbe guardare eventi, dibattiti di qualsiasi lega, pubblicati sui social piuttosto che assistere ad un lassismo frequente. Non mi piace ascoltare le lamentele e la rassegnazione di chi dovrebbe smuovere il sistema. Signori, siamo i veri artefici del nostro destino. Preferisco, mille volte, osservare ragazzi o ragazze che lottano per un sogno o per il lavoro che un essere umano capace di piangere sempre e comunque. A quei ragazzi che impiegano il loro tempo in attività, che esulano dalla propria vita privata e lavorativa, mi sento di dirgli grazie. Mi auguro che questo personale pensiero vi porti ad un’attenta ed oculata riflessione.

Dott. Giuseppe Scanzano.

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