Amo il Gargano

Amo l’aspro territorio
ogni angolo del Promontorio
così selvaggio e scosceso
le scalinate del paese
le salite, le sue discese.

Amo i poveri e i benefattori
le usanze e le tradizioni
chi trascura il proprio aspetto
esprimendosi non corretto
fa cultura in dialetto.

Amo chi al cane selvatico
lancia il companatico
persone perfette
che san donare con affetto
il sorriso, il rispetto.

Amo chi produce l’utilità
nonostante la siccità
con lavoro massacrante
sotto il sole scottante
dall’alba al tramonto suda in ogni istante.

Amo chi tanto ne ha bisogno
e mai chiede il sostegno
quell'orgoglio contadino
che sa di Divino
per come accetta il suo destino.

Amo chi non pretende l’utile con autorità.

Amo chi si rende utile alla comunità.

Le pareti di muraglie ridisegnate dal tempo e arricchite dal verde dei pini, fichi d’india e capperi, diventano esuberanti giardini verticali naturali, preposti all’orchestrazione dell’immagine visibile ai Foresti che calpestano le strade tortuose, con i rumorosi mezzi industriali.

Le imponenti scenografie che la natura offre gratuitamente, vengono immagazzinate da questi, per essere rievocate nelle loro terre fredde prive di calore.

Questo luogo magico si affaccia prepotente sulle acque, ruotando silenzioso intorno al sole.

Il clima filtra aria pura e soave e fa rigenerare il sangue del meno giovane  e l’arricchisce di energie vitali.

Anche i venti sostano per il loro punto d’incontro e vi giocano, senza arrecare guai, facendo mulinelli dispettosi, spettinando le chiome degli ulivi, disorientando le vele dei marinai.

Territorio Sacro, devoto alle tante Divinità che vi hanno dimorato e che dai loro Altari hanno scongiurato il male per farlo baciare integro dal suo mare.

Le cicale e le rondini cantano festosi al chiarore del giorno e di notte sono le costellazioni più celebri che lo vigilano e lo illuminano con premura, mentre le mezze fasi lunari coronano le sue alture.

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