Dal Gargano alla Valle dei Cavalieri

La Valle dei Cavalieri è situata nell’alta Vald’Enza e Val Cedra tra le provincie di Parma e Reggio Emilia. Le valli sono attraversate da un tratto dell’antica strada delle Cento Miglia, Lucca-Parma. Territorio dai pascoli ricchi di erbe nutritive e medicamentose, proprio nell’alta valle del fiume Enza pascolava una razza di cavalli insanguinata e nevrile, avvezza alle estenuanti fatiche e a pasti frugali, utilizzata dalla cavalleria romana perché scattante e potente.

Pare che il cavallo di San Martino appartenesse a questa razza, da cui trae origine la razza del Ventasso utilizzata successivamente dall’esercito di Napoleone. Le valli costituivano un sistema poligonale di difesa dimostrandosi nel tempo quasi inespugnabili.

In queste valli i Romani sconfissero i Liguri, furono poi i Longobardi a utilizzare i tratti di strade tracciati dai Romani caduti in disuso ma che diverranno importanti alcuni anni più tardi perché percorsi dai Pellegrini che da Santiago de Compostela giungevano a Roma per poi proseguire per il Gargano prima d’imbarcarsi per la Terra Santa.

Sono esistenti alcune tracce dei Longobardi lungo le dimensioni della via Francigena, fedeli al culto Micaelico, sostavano a lungo presso i santuari del Promontorio.

La fama di queste valli non è nota soltanto per la razza dei cavalli ma per i cavalieri del Ducato di Parma e di Matilde di Canossa sostenuti per addestrarsi in queste località pronti a intervenire nelle battaglie finali.

Essi costruirono antichi borghi medioevali fortificati da casetorri per le esigenze di guerra, anche il Pontificato provvedeva alle spese di sostenimento. Le casetorri erano adatte all’ utilizzo di catapulte, dardi e olio bollente, il nemico veniva preso in una morsa, una volta decimato veniva attaccato dai cavalieri dall’esterno.

In questo territorio e con questo metodo, Matilde di Canossa sconfisse definitivamente l’Imperatore Enrico IV. Un cartello turistico posto in uno degli ingressi della valle con esattezza a Ranzano, dice così:  NON E’ UN SOGNO… VOI SIETE NELLA STORICA VALLE DEI CAVALIERI.

Proprio a Ranzano un nostro concittadino Costantino Tarollo Medico Chirurgo specializzato in Odontoiatria, ha prelevato una tenuta di 160000 mq immersa nel verde dove regna indisturbata la selvaggina del luogo. All’interno del possedimento sono esistenti due vecchi mulini funzionanti fino agli anni sessanta e un laghetto alimentato da un piccolo torrente i quali abbelliscono lo scenario della tenuta, così pure la piccola cappella della Madonna dove nel mese Mariano vengono celebrate, dalla popolazione del luogo, le funzioni religiose.

Nella cappella il nostro concittadino ha posto a fianco della Madonna le statue di San Pio e San Michele Arcangelo. Nella tenuta sono state piantate alberi provenienti dal Gargano, resistenti alla temperatura gelida invernale del luogo: castagne di Vico, noci di Monte Sant’Angelo, fichi di Peschici, Ciliegi di San Marco, limoni di Rodi, ulivi di Carpino, prugne di Rignano, mandorle di San Giovanni R, albicocche di Cagnano.

Molte di queste piante vengono accuratamente ricoperte d’inverno.
Un pergolato di uva nostrana fornisce l’ombra al caseggiato, il fienile completamente ristrutturato da enormi arcate di legno, le pareti sono arredate da antichi cimeli agricoli costituendo un autentico museo della civiltà contadina del Gargano.

Anatre, oche e anguille originarie del lago di Varano dimorano nel laghetto. Il nostro concittadino oltre ad esercitare la sua professione a Parma dove vi risiede, accudisce personalmente gli animali e le piante e coltiva un orticello che abbonda di verdure nostrane.

Da circa dieci anni, Costantino nell’ultima settimana di Giugno, mette a disposizione la tenuta a tutti gli amici del Gargano che hanno frequentato con lui le scuole dell’obbligo, quelle superiori, quelle universitarie e coloro che hanno utilizzato il treno dei desideri, ferrovie del Gargano, per recarsi a frequentare le scuole superiori presso San Severo o Foggia.

Molti sono gli ospiti che arrivano da ogni parte del mondo, persino dall’Australia. L’invito semplice e convincente è rivolto esclusivamente agli amici cavalieri che per l’occasione vengono consumati i prodotti del Promontorio. Si parla rigorosamente il dialetto paesano, si cantano gli stornelli, si raccontano episodi e aneddoti e si tenta di effettuare qualche gioco praticato da ragazzi.
La comitiva suscita interesse e curiosità alla popolazione locale. Alcuni personaggi del luogo e di Parma si aggregano alla iniziativa goliardica apprezzando i prodotti nostrani.

Il Caciocavallo richiestissimo è preferito al parmigiano reggiano anche per l’olio di oliva vengono richieste le modalità per poterlo acquistare.

Lo scopo del nostro concittadino oltre a coltivare le vecchie amicizie è quello di consentire ad alcuni amici emigranti di sostare nel tratto di strada delle Cento Miglia, affinché i Pellegrini garganici possano riprendere le usanze nostrane e riempire il sacco dell’ entusiasmo che ogni cittadino svuota quando abbandona la propria terra natia per cercare lavoro in luoghi foresti.

Tutti gli emigranti in cerca di nuovi destini / ritornano una volta l’anno da Pellegrini/ da Apuli cittadini erranti/ astinenti degli odori inebrianti./ Ritornano per gustare i sapori/ il pane con olio e i pomodori./ Quando vagano per luoghi foresti sembrano unti dalla peste/ si adoperano con delizia/ per cercare l’amicizia/ assaggiate poi le loro pietanze/ vengono apprezzate le usanze/ l’allegra onestà/ la compatta familiarità/ valore spontaneo e nostrano/ doni dell’uomo del Gargano./

Antonio Monte da Milano

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