Quel comune senso di Patria

Cari lettori,

è sempre un grande piacere relazionarmi con voi. A volte mi pongo delle domande alle quali non so darmi delle risposte. Chiedo a voi. Qual è la vostra idea di nazione? Di patria? Mi viene alla mente la canzone di Francesco Petrarca, che chiude con dei versi stupendi: “Io, ancora, v’ò gridando, Pace, Pace, Pace”. Siamo in democrazia. Figlio della Repubblica richiedo la pace e continuo a volerla come elemento essenziale della penisola italica. Cos’è per voi la politica? I Greci ci offrono una bella definizione di uomo. L’ uomo, secondo loro, era l’animale politico, per eccellenza. Animale, in quanto dotato di vita; politico perché dotato di ragione e di intelletto. Questa definizione la si dava perché gli uomini erano diversi dagli animali, in quanto dotati solo di istinti. A Roma, lo Stato era soprannominato “Res Publica”. Avremo diversi periodi storici di Roma: età Regia, età repubblicana, età degli imperatori. Il mio pensiero, però, si rivolge verso l’età dell’imperatore Augusto. L’imperatore Augusto, per rendere più potenti i suoi confini ed il suo potere, adottò una politica di ritorno alle origini. In primis, diede al suo governo una forte impronta culturale, coadiuvando il circolo di Mecenate. Mecenate fu il “ministro” della cultura di Augusto; egli ebbe la capacità di riunire a corte i migliori intellettuali del tempo. Dopo questo “excursus” storico, mi chiedo: “E’ mai possibile che dobbiamo ricordarci di essere italiani solo quando gioca la nazionale di calcio?”. Dove risiede il nostro orgoglio millenario? Possediamo bellissimi monumenti e bellissime risorse paesaggistiche. Siamo in possesso di ottimi terreni da coltivare; chi pensa agli agricoltori? Il nostro olio, le nostre carni, il nostro vino, i nostri ortaggi meritano tantissimo. Se non è possibile la fuoriuscita dell’Italia dall’Europa, per non perdere vantaggi economici utili, è possibile, secondo me, una politica di tutela dell’Italia a tutto tondo. E’, mai, possibile che i nostri prodotti debbano contare pochissimo? Vogliamo parlare della fuga dei cervelli? Quante giovani menti, prese dalla sfiducia di non aver ottenuto un dignitoso posto di lavoro, hanno reso grandi altre nazioni? L’ Italia è un grande Stato. L’ Italia è il nostro Stato. Il primo modo per aiutare la nostra bella “Nazione” è quello di compiere il proprio dovere, qualunque esso sia. Questa è la mia personalissima idea. Mi rivolgo, soprattutto, ai giovani sannicandresi. E’giusto che i giovani debbano vivere la propria vita. Cerchiamo di ravvivare la nostra San Nicandro, anche uscendo per strada. Siamo, veramente, diventati troppo vittima dei social network? I social, per carità, hanno la loro funzione informativa; sono, tuttavia, un’appendice della vita. La vita è altro. La vita è giocare per strada, andare a far visita ai parenti, agli amici, ai propri ragazzi o alle rispettive ragazze. Il mondo risiede nella comunicazione reale dei sentimenti; gli inglesi avrebbero detto: “Face to Face”. Cari giovani, adulti, anziani, uomini, donne se potete, contribuite e contribuiamo alla crescita, allo sviluppo della nostra Italia o del nostro paesello in qualsiasi modo.

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