Impianto complesso: spunta ipotesi compostaggio

Monte, 'sembra meno invasivo e più sicuro dell'impianto complesso'

Spunta un'alternativa alla realizzazione sul territorio sannicandrese del tanto vituperato impianto complesso (un grande impianto industriale per la selezione e la biostabilizzazione dei rifiuti), ribattezzato "megadiscarica" dagli oppositori, scelta ritenuta strategica dal punto di vista economico-finanziario dalla precedente amministrazione di centrosinistra, giudicata invece "scellerata" dal punto di vista economico- ambientale per i partiti di centro e centrodestra.

L'alternativa all'impianto complesso di biostabilizzazione sarebbe la realizzazione in loco di un "meno invasivo", a quanto pare, impianto di compostaggio per il trattamento della sola frazione organica dei rifiuti urbani e i residui organici di attività agro-industriali, dal cui processo di trasformazione si ottengono principalmente fertilizzanti per l'agricoltura (il "compost", appunto). "Impianto complesso di biostabilizzazione VS impianto di compostaggio" è infatti il tema del confronto in atto tra le due opzioni possibili in materia di localizzazione a San Nicandro di un impianto a servizio della filiera per il trattamento dei rifiuti del bacino di comuni raggruppati nell'Ato Fg1.

Sulla possibilità di scegliere se ospitare un impianto di compostaggio piuttosto che un impianto complesso per la biostabilizzazione dei rifiuti si è cominciato a dicutere l'altro giorno, in un incontro degli assessori e consiglieri di maggioranza con l'ing. Guidi che ha condotto lo studio di fattibilità per l'impianto complesso e il biologo Angelo Guerrieri, presidente del Comitato anti-discarica. All'alternativa tra le due opzioni aveva fatto cenno il sindaco Vincenzo Monte nel corso del consiglio comunale per l'approvazione del bilancio di previsione, dal quale è stata espunta proprio la voce riguardante la realizzazione dell'impianto complesso che la precedente amministrazione aveva considerato strategica, e sulla cui eliminazione, invece, l'attuale amministrazione ha condotto la campagna elettorale di assoluta preclusione.

"In un incontro con i dirigenti regionali ai quali abbiamo ribadito la nostra contrarietà ad ospitare l'impianto complesso - ha spiegato il primo cittadino - ci è stata proposta l'opzione alternativa dell'impianto di compostaggio. Intendiamo valutarne la fattibilità e le implicazioni di carattere ambientale e per la salute pubblica, con il contributo e le osservazioni di tutti, perchè ogni decisione in merito sia condivisa. Entro il 29 settembre, data fissata per la riunione dei sindaci dell'Ato Fg 1 in provincia, dovremo scegliere tra le due opzioni oppure per nessuna delle due e dare la nostra risposta definitiva, mentre la mancata scelta non escluderebbe il rischio che ci venisse imposto in ogni caso l'impianto complesso".

Tempi strettissimi, dunque, alla luce delle scadenze fissate nel provvedimento del commissario delegato per l'emergenza ambientale in Puglia (lo stesso presidente Vendola) a sua volta "obbligate" dalle disposizioni Ue. Una decisione che dal comune spiegano di voler ponderare con attenzione, approfondendo le questioni non solo dal punto di vista teorico, ma anche pratico, con la visita di una delegazione di consiglieri ad impianti di compostaggio già realizzati e funzionanti per verificarne "de visu" le modalità di funzionamento. Poi la discussione passerà in consiglio comunale, dove si dovrà adottare la decisione finale.

Anna Lucia Sticozzi per La Gazzetta del Mezzogiorno

                                                             

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