Fondazione Zaccagnino, Di Salvia parla ai cittadini

Diversi gli argomenti affrontati, tra cui la nomina del nuovo CdA e il futuro dell'azienda

Si è svolto ieri, 24 febbraio, un pubblico incontro con i cittadini da parte del presidente dell’ASP Zaccagnino, Nicandro Di Salvia, presso l’edificio scolastico di Piazza IV Novembre. Presente all’incontro anche il sindaco Monte e gran parte della giunta comunale, oltre ai vari rappresentanti dei partiti politici, qualche ‘trentasettista’ e un buon numero di cittadini.

Dopo i ringraziamenti di rito Di Salvia parla del trasferimento della sede della Fondazione, l’argomento per lui più importante, visto anche i costi di circa 200mila Euro l’anno per il mantenimento della sede di San Nazario: «Io sentivo dentro di me questo ente distaccato dalla gente, un qualcosa che stava al di fuori del contesto civile della nostra città. Infatti la sede della Fondazione Zaccagnino, tranne in alcuni periodi, è stata sempre posta al di fuori del centro abitato. Nella seconda metà degli anni 90 la sede è stata spostata in località San Nazario, ad una distanza di 16 km dal centro urbano. La rappresentazione geografica della distanza che esiste tra la popolazione e questo ente.

Ma questo ente che si dovrebbe occupare di povertà, di disabilità, di emarginazione, di disagio, - si chiede il presidente - com’è possibile che un ente di questo genere stabilisca la propria sede ad una distanza di 16 km dal centro urbano? Non sarebbe opportuno che la sede venisse posto nel centro urbano della nostra città, a contatto con la gente, con i bisogni, con le povertà, con la disabilità e il disagio? Allora io, lo scorso mese, ho convocato il Consiglio di Amministrazione e abbiamo deliberato all’unanimità di trasferire la sede dell’ente nel centro urbano della nostra città, a contatto con le persone, in maniera che la gente possa frequentare la fondazione. La Fondazione deve essere un “bene comune».

Qualche parola anche sul nuovo logo dell’ASP Zaccagnino, che vuole rappresentare appunto l’idea di cos’è realmente la Fondazione: «Abbiamo adottato un marchio dove sono disegnati dei bambini che si tengono per mano e giocano al girotondo e in mezzo c’è scritto “ASP Zaccagnino il cuore della città».

Non poteva ovviamente mancare un intervento sulla 'querelle politica' che in questi ultimi tempi ha spesso tirato in ballo l’ex Fondazione: «Da quando sono stato nominato presidente io non sono mai intervenuto in nessuna polemica - introduce l’argomento Di Salvia, prima di arrivare alla nomina del nuovo componente del CdA - ogni volta che mi hanno attaccato voi non avete mai ascoltato una mia risposta; articoli di giornale, blog, manifesti, io non ho risposto. Non l’ho fatto per senso di responsabilità, credo che ci troviamo in una situazione nella quale ognuno di noi deve dare il meglio di stesso e cercare di diminuire le polemiche e di creare coesione, unità e solidarietà.

Vi voglio descrivere semplicemente i fatti come sono avvenuti - dichiara il presidente cercando di fare chiarezza sulla situazione - novembre 2010 si dimette un consigliere del CdA Mario Squeo e nelle motivazioni delle dimissioni mi dice "caro presidente io sono molto impegnato con la mia attività professionale per cui non posso seguire i lavori del consiglio così come invece dovrei, per cui rassegno le dimissioni". Si è dimesso in maniera serena, tranquilla, con serietà e compostezza» dichiara Di Salvia, spiegando successivamente di aver subito inviato una lettera al sindaco, all’epoca Costantino Squeo, per la nomina di un nuovo componente di maggioranza del CdA che, come prevede la legge, deve avvenire entro 45 giorni in Consiglio Comunale.

«Dopo 5 mesi - incalza - hanno portato l’accapo nell’ultimo consiglio utile prima delle elezioni, dove un consigliere ha chiesto il rinvio dell’accapo, per cui Mario Squeo non è stato sostituito da nessuno. Nel frattempo si è insediato il nuovo sindaco con la nuova giunta, e nel mese di luglio si dimette Gianbattista Zaccagnino, e il 1° agosto si dimette l’altro consigliere Giuseppe De Luca.

Si dimettono per raggiungere un obiettivo chiaro - è l’accusa di Di Salvia - avevano pensato, in particolare De Luca con il padre e Marinacci, che avrebbero determinato la caduta dell’intero consiglio di amministrazione. Pensavano in sostanza di far fuori il presidente della Fondazione Zaccagnino. E’ mai possibile un comportamento di questo tipo? Non è assolutamente vero che nel consiglio di amministrazione ci fossero delle polemiche e contrapposizioni».

Di Salvia per avvalorare la sua tesi comunica che nell’89% delle deliberazioni del CdA le decisioni sono state prese all’unanimità, tra cui il bilancio di previsione, il piano culturale annuale e triennale e la nomina del Direttore Generale. Il presidente dell’ASP indica, inoltre, una norma secondo cui che è possibile sciogliere un organismo con le dimissioni della maggioranza del consiglio a patto che queste avvengano contestualmente.

«De Luca con le sue dimissioni ha messo l’ASP nell’impossibilità di operare per sei mesi, - dichiara Di Salvia - e voleva tornare un’altra volta nel Consiglio d’Amministrazione. Meno male che c’è stato il senso di responsabilità da parte di Vincenzo Libero che, distaccandosi dai suoi amici, non ha fatto il nome di De Luca ma di Arcangela Tardio. Io devo ringraziare il Sindaco che non ha avuto esitazione a scegliere una persona del valore di Tardio».

Il presidente dell’ASP Zaccagnino ha tenuto a sottolineare i danni causati dalle dimissioni dei componenti. In particolar modo ha illustrato come il CdA andato a vuoto nell’estate del 2011 che riguardava l’approvazione del progetto esecutivo dei locali di Corso Garibaldi, l’assunzione del mutuo per la realizzazione del progetto di Corso Garibaldi (entrambi i punti con i pareri favorevoli da parte del Direttore Generale e del Ragioniere Capo) e la coltivazione non più di solo grano, ma di prodotti per biomasse che avrebbe consentito all’azienda di avere introiti maggiori.

«Probabilmente oggi avremmo già i lavori in fase avanzata - commenta ancora Di Salvia - invece siamo stati per sei mesi paralizzati. Ma il guaio più grande è che c’è stata una crisi finanziaria senza precedenti con tassi di interessi andati a livelli enormi, per cui il mutuo, che potevamo assumere nel luglio 2011, nel dicembre 2011 non è stato più possibile».

Il presidente Di Salvia ha inoltre confermato le modifiche allo Statuto promesse nell’incontro del luglio 2010 a Parco San Michele, ovvero inserendo nello Statuto la possibilità di intervenire nei confronti di persone non solo minori, ma anche maggiori di età.

Qualche accenno anche sulla delicata questione dei cosiddetti “trentasettisti” con il quale è in corso un contenzioso da ormai tanti anni, in aggiornamento proprio in questi giorni dopo il ricorso in cassazione da parte degli affittuari dei terreni, in seguito alla vincita da parte della Fondazione Zaccagnino della causa di primo e secondo grado.

«C’è un progetto che per me rappresenta un elemento fondamentale di sviluppo dell’intera zona - continua il presidente iniziando a parlare del futuro dell’azienda - Abbiamo il centro aziendale San Nazario di una bellezza unica, dove c’è un parco di ulivi secolari di 100 ettari, il lago vicino, l’acqua termale, un patrimonio edilizio di grande valore storico architettonico e artistico. La mia idea è costruire un grande centro agrituristico, con annessa SPA che adesso hanno un successo notevole. Purtroppo non c’è nessuna legge che consente ad un ente pubblico di ottenere un finanziamento, tutte le leggi di finanziamento per i flussi turistici sono state fatte per i privati.

Per un primo progetto abbiamo bisogno di 4 milioni di Euro - afferma Di Salvia, che sembra già avere in mente dove prendere il denaro - che significa vendere 15 ettari di terreno che si trovano nel comune di Foggia. Nel comune di Foggia abbiamo 500 ettari di terreno, e mi chiedo quale contributo di sviluppo e di occupazione hanno portato quei terreni nel comune di Foggia? Con la vendita di una parte di quei terreni io posso trasferire la ricchezza nel mio territorio.

Voglio fare questa cosa insieme con i giovani disoccupati, un grande centro agrituristico vedrebbe l’occupazione di decine e decine, forse qualche centinaio, di ragazzi e ragazze. Nel Gargano siamo diventati l’ultimo anello della catena perché nel nostro territorio lo sviluppo turistico non c’è stato, e allora perché non dobbiamo creare un polo di questo genere? Non solo i nostri ragazzi rimarrebbero qua - conclude infine il presidente Di Salvia dopo circa 90 minuti di discorso - ma l’azienda aumenterà i profitti per spenderli a favore dei disabili, gli anziani, i minori poveri, perché questo il fine fondamentale dell’azienda».

Staff sannicandro.org

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