Crisi libica: anche Amendola tra le basi allertate

Il vento di guerra tocca la Capitanata

Sono otto le basi aeree italiane in stato di allerta da ieri, dopo che gli aerei della coalizione composta da Francia, USA, Regno Unito e Italia, sotto l'egida dell'ONU, hanno preso a bombardare le difese aeree della Libia al fine di neutralizzare il potere militare di Gheddafi.

Tra queste, la base militare di Amendola, in provincia di Foggia, ai piedi del Gargano, dove ha sede il 32° Stormo. Non è certo la prima volta: già ai tempi della guerra in Serbia e poi in occasione delle guerre in Iraq ed in Afghanistan, la base NATO di Amendola fu operativa per il decollo dei Predator.

E saranno proprio i Predator i mezzi messi a disposizione per contribuire all’attuazione della no fly zone autorizzata dalle Nazioni Unite, oltre ai cacciambombardieri AMX già in dotazione al 32° Stormo. In particolare, i nostri aerei svolgerebbero, in caso di attivazione, funzioni di contraviazione e interdizione, oltre che di supporto alle unità navali e terrestri.

Intanto il Ministro Ignazio La Russa ha reso pubblica la messa a disposizione, da parte dell'Italia, di otto aerei che, nel giro di poche ore, potranno essere attivati secondo le esigenze valutate dal Comando della coalizione: si tratta di 4 caccia e 4 tornado in grado di neutralizzare radar, che decolleranno dalle altrettante basi italiane, tra cui proprio Amendola.

Matteo Vocale

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