Operazione Remake 2, in manette il boss Giovanditto

Estorcevano denaro ad imprenditori del Gargano e corrompevano politici

Estorcevano denaro ad imprenditori che operavano sul Gargano cercando anche velati contatti con i politici del posto per ottenere concessioni per la per la realizzazione di parchi eolici e fotovoltaici. Quattro le persone accusate dai carabinieri di San Severo di estorsione continuata in concorso con l’aggravante di aver agito con modalità mafiose, e possesso ed utilizzo di carte di credito clonate e falsificate.

GLI ARRESTI - In manette sono finiti Gennaro Giovanditto, di 38 anni, esponente di spicco della mafia del Gargano, Michele Scanzano di 44 anni (entrambi già detenuti per effetto dell'operazione Remake, ndr) e Salvatore Costanzo di 32 anni della provincia di Caserta (ha ottenuto i domiciliari). Ricercato il quarto componente della banda, anche lui di origini campane.

L’operazione, denominato Remake 2, è stata coordinata dalla procura antimafia di Bari e dalla procura di Lucera. Il gruppo, capeggiato da Giovanditto, condannato per mafia e per omicidio, avrebbe tentato di estorcere denaro anche alla società veneta Enerambiente spa, che effettuava il servizio di raccolta rifiuti nel comune di San Nicandro Garganico. Ditta che nell’agosto del 2008 ha subito l’incendio di 400 cassonetti della nettezza urbana. Un incendio appiccato come ripicca nei confronti dei titolari della ditta di pagare il pizzo.

E’ stato costretto, invece a pagare, un imprenditore di San Nicandro Garganico titolare di una impresa di movimento terra. Dopo aver danneggiato un mezzo della ditta Giovanditto e Scanzano avrebbero costretto l’imprenditore a versare altri 1500 euro per completare il prezzo della tangente pattuita pari a 6mila euro.

LE INDAGINI - Nel corso delle indagini, inoltre, gli investigatoti hanno anche accertato che grazie ai due campani, specializzati nell’uso di carte di credito false e clonate, il gruppo criminale operava una serie di acquisti in numerosi esercizi commerciali del Gargano spendendo anche fino a 21mila euro per capi di abbigliamento.

Operazioni che avvenivano, in alcuni casi, con la compiacenza degli esercenti che percepivano a loro volta una percentuale pari anche al 50%. I militari hanno anche accertato che gli indagati avrebbero tentato di avvicinare politici di San Nicandro Garganico per ottenere concessioni per la realizzazione di parchi eolici o fotovoltaici su terreni riconducibili all’organizzazione criminale.

Fonte: Luca Pernice per il Corriere del Mezzogiorno

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