Squeo, 'mi rimetto alla volontà del mio partito'

Il sindaco uscente consegna il suo mandato al PD

«Non credo nel partito dei sindaci. Non credo nella concezione leaderistica della politica. La ritengo una delle cause del marasma che stiamo vivendo. Non credo, infine, che esistano persone buone per tutte le stagioni. L’impegno in politica, specie negli incarichi elettivi, non può essere un assoluto e non può non essere ricondotto nell’alveo di archi temporali molto circoscritti».

Costantino Squeo, primo cittadino di San Nicandro Garganico, queste parole le aveva dapprima sottolineate in uno dei dibattiti della Festa Democratica di San Nicandro. Ora, le passa per iscritto sul suo blog.

«Rivendicando con forza le scelte compiute in questi quattro anni, ho deciso di rimettere il mandato nelle mani del mio partito, il Partito Democratico - ha poi continuato a chiare lettere - che quattro anni fa (era ancora DS, ndr) mi designò a candidato sindaco della coalizione di centrosinistra».

Affermazioni che, in paese, già prestano il fianco a numerose interpretazioni tra cui, la più superficiale quanto diffusa, quella di un 'farsi da parte' del sindaco uscente, in vista delle prossime elezioni amministrative, previste per maggio 2011.

In realtà, Squeo intende inaugurare, a quanto pare, un nuovo modo di chiudere il mandato mettendo al centro la politica e non la persona. «Non è una fuga, tutt’altro - ribadisce "Costantino nostro", come hanno preso a chiamarlo in molti all'approssimarsi della fine del mandato - E’ la tentazione e la speranza di rimettere in campo la politica che è impensabile senza partiti. Non un uomo può sconfiggere un violento. Non serve uno scontro tra titani. Non serve alla città, a questa città.

Serve, come l’aria, invece - conclude Squeo - un movimento che si riappropri della storia e della vita. La sfida, oggi come ieri, come sempre, è culturale. Non culturame (ce n’è ad ogni angolo di strada) ma l’dea che si possa esprimere un modo di vivere che si riappropri anche del dovere del sorriso».

In altre parole, non si tratterebbe affatto di un addio ma di un gesto dovuto, che delega alla politica il potere di scegliere cosa fare, in antitesi, evidentemente, all'autoproclamazione che invece ha conferito a Nicandro Marinacci il ruolo di candidato sindaco per la quarta volta.

E lo specifica lo stesso Costantino Squeo, in pronta risposta alle interpretazioni che lo vedrebbero mollare: «Rimettere il mandato nelle mani del proprio partito - torna a scrivere il sindaco sul suo blog - lo considero un atto dovuto più che una bizzarria; considerare qualunque essere umano che vive sotto le stelle assolutamente non indispensabile, una cosa ovvia  e scontata. Aspettarsi altro vuol dire, tutto sommato, avere della democrazia una concezione un tantino arcaica, fatta di bulli e di invasati dalle stimmate sospette».

Insomma, Squeo è sicuramente disponibile a ricandidarsi, ma non sta a lui decidere. Ha chiamato in causa il suo partito, lo stesso che gli ha conferito l'onere di rappresentare San Nicandro. Il PD, intanto, non mostra ancora alcuna sottoscrizione o dichiarazione ufficiale.

Dalla federazione provinciale del partito, sembra sia indiscussa la riproposta di quello che fuori porta vedono tutti come il giovane amministratore che ha scommesso su rivoluzione culturale e legalità. La segreteria locale, invece, nonostante l'invito ricevuto da PSI e MPA a ricandidare Squeo, temporeggia, mentre una parte del centrosinistra sannicandrese chiede a voce insistente le primarie.

La svolta, tuttavia, è dietro l'angolo, se non altro per la contingenza dei tempi, ormai agli sgoccioli per garantire di lavorare con efficienza attorno ad una coalizione organica di centrosinistra che, non è escluso, potrebbe guardare anche ad altre realtà.

Staff sannicandro.org

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