La piccola Israele nel cuore d'Italia

La comunità di San Nicandro Garganico si racconta

Chi l’avrebbe mai detto che le visioni di Donato Manduzio avrebbero portato in futuro alla nascita di una comunità ebraica ben radicata nel comune di San Nicandro Garganico, in provincia di Foggia?

LA STORIA DI DONATO MANDUZIO - Haaretz ci racconta la storia di questa comunità, nata dalla passione di un disabile della prima guerra mondiale, Donato Manduzio, il quale nel 1930 decide di abbracciare la fede ebraica a seguito di una visione. Manduzio portò a se decine di seguaci tra i suoi vicini, gente povera e desiderosa di una speranza. Questi diedero vita ad una versione dell’ebraismo tutta particolare che in un certo modo sopravvisse anche a seguito della conversione di massa degli anni ’40.

L’IMPORTANZA DI SENTIRSI EBREI - La conversione si rese necessaria a seguito della forma particolare di ebraismo indotta dal Manduzio. Ancora oggi la comunità di San Nicandro rappresenta un unicum. Per quanto non seguano i dettami dell’ebraismo, loro si sentono assolutamente ebrei. Per dirne una, Manduzio rifiutò la circoncisione. Eppure si rispetta la tradizione del sabato e del cibo kosher. Oggi la comunità di San Nicandro, formata da 35 persone, per lo più donne, riceve visite da rabbini, studiosi ed altri ebrei provenienti da diverse località del sud.

LA CONVERSIONE FORZATA DI 500 ANNI FA - Lo scorso anno gli ebrei di San Nicandro sono stati formalmente convertiti secondo i principi ortodossi. Per quanto, come detto, rappresentino un unicum, sono l’esempio di come nel sud Italia siano molti i cittadini che stanno abbracciando l’ebraismo. 500 anni fa questa religione venne di fatto “eliminata” attraverso le conversioni obbligate. Nonostante questo le tradizioni sono rimaste vive fino ai giorni nostri. A confermarlo il rabbino capo di Napoli e del sud Italia, Scialom Bahbout, il quale sta cercando di riunire i “dispersi” tra Puglia, Calabria e Campania per generare un movimento ebraico.

L’INCONTRO A TRANI - Nei primi giorni di settembre decine di ebrei provenienti dal tutto il Sud si sono ritrovati a Trani per una particolare celebrazione dedicata al sabato ebraico, manifestazione che rappresentava l’atto finale del “Lech Lecha”, un festival culturale ebraico dalla durata di una settimana ospitato a Trani ed in altre nove città pugliesi. Anche se a Trani non ci sono ebrei, questa città portuale ha rappresentato un luogo in cui tale religione ha potuto mostrarsi liberamente. La prima edizione del festival è avvenuta nel 2004, ovvero quando è stato possibile prendere possesso di una sinagoga medioevale convertita in Chiesa e poi sconsacrata.

CELEBRAZIONI INTIME - In quest’occasione gli ebrei del sud s’incontrano e condividono le loro storie, le quali rappresentano l’ideale continuità con la tradizione di San Nicandro. Nessuno di loro ha mai ostentato il proprio essere ebreo ma nell’intimo delle loro case tutti hanno celebrato i dettami del talmud, ovvero l’osservanza del Sabato e la circoncisione, giusto per nominare due riti. A volte capita di trovare persone le quali in famiglia mangiavano solo cibo kosher preparato dalla madre, giusto per essere sicuri.

Fonte: giornalettismo.com

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