Il presidente del Parco intervistato dalla Lega della Terra

Antonio Nardella pone alcune domande a Stefano Pecorella

Innanzitutto Presidente La ringraziamo a nome di tutto lo staff della Sua cortese disponibilità per questo dialogo. 

Presidente Pecorella qual è il suo ruolo all’interno dell’Ente Parco, quanto è difficile gestire il tutto?

Svolgo il ruolo di Presidente dell’Ente da quando il 15/03/2012 il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha decretato la mia nomina dopo aver raggiunto l’intesa con il Presidente della Regione Puglia.

Ho la rappresentanza legale dell’Ente e ne coordino l’attività secondo le funzioni che mi sono delegate dal Consiglio Direttivo o dalla Giunta Esecutiva. Ho anche la responsabilità di adottare i provvedimenti urgenti ed indifferibili e di promuovere le azioni e i provvedimenti più opportuni e necessari per la tutela degli interessi dell’Ente Parco.

Il mio ruolo richiede l’impegno di impartire al Direttore dell’Ente le direttive generali per l’azione amministrativa e la gestione.

Non nascondo che quello del Presidente è un ruolo complesso, perché come è facile immaginare spesso bisogna trovare il giusto equilibrio tra le istanze del territorio, le norme che regolano i procedimenti e le risorse economiche sempre più risicate.

Questo in via generale; nel particolare credo che la difficoltà di indirizzare gli uffici, gestire le competenze ambientali e le risorse economiche si amplifica nel momento in cui manca la figura chiave e punto di innesto tra l’azione politica e quella amministrativa; mi riferisco al ruolo del Direttore che da diversi anni ormai è ricoperto a rotazione dai funzionari dell’Ente, perché la procedura prevista dalla Legge Quadro prevede il coinvolgimento del Consiglio Direttivo che purtroppo non è insediato, perché le nomine dei suoi componenti tardano a venire. Nonostante questo non mi fermo e cerco di ricavare il massimo con gli strumenti che mi sono dati, spesso riuscendo anche a capovolgere tanti falsi miti tra cui, ad esempio, l’idea assurda secondo la quale i Parchi sono un freno per il territorio. 

Presidente, come è organizzato il team di lavoro dell’Ente?

Al momento la struttura è articolata in Settori e Servizi che lavorano sulle competenze proprie dell’Area Naturale Protetta. Si va dalla struttura tecnica che attende ai procedimenti per le opere pubbliche e per il rilascio delle autorizzazioni e dinieghi in area protetta, agli uffici per la promozione e conservazione dei valori naturalistici e ambientali del Parco. Uno dei primissimi atti che ho compiuto da Presidente è stato quello di istituire l’URP, come anello di congiunzione con gli utenti e orecchio costante rivolto verso il territorio, in più ho cercato di calendarizzare regolarmente le giornate di ascolto dei cittadini, per recepirne proposte e accoglierne le istanze. 

L’Ente Parco ha cuore le tematiche agroalimentari delle varie realtà locali del Gargano? Sostenete di solito organizzazioni Onlus a riguardo?

Il Parco Nazionale del Gargano è una combinazione ideale di bellezze naturali, tradizioni millenarie, luoghi di interesse storico e architettonico ma anche di un ampio e vario patrimonio di tipicità agro-alimentari e di eccellenze del gusto.

Per questo ho pensato all’iniziativa “Buono come il Parco”, un logo-ombrello che protegge, garantisce e divulga i prodotti agroalimentari tipici del territorio, legati a tecnologie di produzione precise e codificate, nate da una tradizione documentata che utilizza solo materie prime locali e con i migliori standard di certificazione previsti dalle normative vigenti. Il progetto consente, inoltre, di monitorare direttamente le eccellenze produttive, di promuoverle e, quindi, di incrementarne il valore. L’obiettivo ultimo di questo ambizioso progetto è far si che la localizzazione in area Parco, sia colta come un’opportunità dalle imprese per ottenere maggior valore aggiunto dall’esercizio della propria attività e, per la collettività del Parco in complesso, costituisca uno degli elementi dello sviluppo sostenibile e di produzione di lavoro e ricchezza. Desidero fortemente che il Parco Nazionale del Gargano diventi buon amico delle aziende agroalimentari del territorio e paladino della qualità contro chi specula e fa concorrenza sleale alle imprese del territorio .

Siamo molto attenti alle Associazioni che si propongono come obiettivi fondamentali la crescita sociale e culturale del territorio in cui operano.

L’ impegno dell’Ente Parco a favore delle categorie dei meno fortunati, di coloro che necessitano di cure ed attenzioni che noi nemmeno immaginiamo, è concreto. Dopo le immersioni subacquee per non vedenti ed ipovedenti per abbattere le barriere e aprire ad un nuovo segmento turistico alle Tremiti, divenute oramai modello d’eccellenza a livello nazionale, abbiamo continuato a sviluppare progetti d’inclusione sociale, in collaborazione con organismi ed istituti con competenze specifiche, al fine di promuovere la cultura della conservazione ambientale attraverso la sensibile partecipazione e coinvolgimento dei cittadini diversamente abili o particolarmente svantaggiati.

Credo, inoltre, che sia fondamentale incrociare i rapporti fra i sistemi scolastici, amministrativi e dell’Ente che rappresento per sviluppare idee e progetti che possano portare un accrescimento culturale e preservare quelle che sono le tradizioni del nostro territorio, lasciando ai nostri figli e alle future generazioni qualcosa di concreto.

Secondo lei Presidente, quali possono essere i punti chiave per valorizzare al meglio il Gargano, rilanciando il territorio?

Posso affermare con orgoglio che il Gargano è una terra che ha tutte le potenzialità per porsi come simbolo del fascino dell’intera Puglia. Lavoro con la prospettiva di mettere a sistema le nostre risorse e con la convinzione di far comprendere a tutti che le nostre vere ricchezze sono la valorizzazione e la tutela del nostro patrimonio culturale, storico e religioso, la sostenibilità alimentare e la corretta produzione e consumo del cibo, la dieta mediterranea, la promozione dei prodotti e delle tradizioni ad essi legate, la necessità di frenare la perdita di biodiversità e conservare il paesaggio e la natura. Bisogna puntare su un continuo scambio virtuoso tra memoria e rispetto del passato e naturale e cogliere al meglio le sfide che un futuro sempre più prossimo lancia quotidianamente.

Sviluppo, turismo, ambiente, innovazioni tecnologiche, governo del territorio sono le parole chiave per la realizzazione di interventi idonei e competitivi per l’economia e la tutela del Gargano. La valorizzazione di un territorio non si fa con la retorica, ma con la condivisione di strategie ed esperienze concrete.

Coordinatore sud Italia
Antonio Nardella

Menu