Fabiana Sollitto documenta il genocidio Bosnia-Erzegovina

Il fotoreportage della sannicandrese testimonia il memoriale del genocidio a Srebrenica

Una sannicandrese ha realizzato un fotoreportage che testimonia il memoriale del genocidio avvenuto l'11 luglio 1995 a Srebrenica da parte delle truppe serbo-bosniache contro i musulmani bosniaci. Si tratta di Fabiana Sollitto, che sta percorrendo la strada del fotoreportage sociale. Questo è il suo secondo fotoreportage dopo il primo realizzato nei campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau.

Nel genocidio in questione morirono 8.372 uomini dai 12 ai 77 anni, ma alcune fonti parlano di oltre 10.000 persone. Ogni anno, a partire dal 2003, data in cui venne inaugurato il Memoriale di Potoĉari, vengono riesumati resti dalle fosse comuni. Quest'anno la riesumazione ha portato alla luce 175 resti.

Le bare vengono depositate per due giorni, prima della sepoltura, all'interno di un capannone di un ex fabbrica di batterie scelta, ai tempi della guerra, come base dall'Onu, dove si rifugiarono ventimila profughi bosniaci e dove, paradossalmente, cominciò il massacro.

«La cerimonia ha due scopi fondamentali e importanti - ci racconta Fabiana Sollitto - il primo non farci dimenticare, il secondo restituire i resti dei dispersi ai propri cari. E' stata un'esperienza molto forte, come anche il reportage in Polonia, di quelle che ti lasciano il segno.

Mi sono trovata davanti ad una realtà molto dura, che fino ad allora non avevo considerato. Ho conosciuto gente con una tale forza da far paura, ho incontrato bosniaci davvero meravigliosi e gentili. Loro non hanno dimenticato - conclude la reporter - ed è per questo che sono andata lì, per portare una testimonianza di quello che gli è successo, del loro dolore, ma anche della loro forza. E soprattutto perchè anche noi non dobbiamo dimenticare».

Nella foto di copertina: Lapide di Alić Osman, trucidato in guerra a 14 anni

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