Il capogruppo di Forza Italia e l'esproprio della Tasi

L'accoppiata Imu-Tasi impoverisce gli italiani

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del capogruppo di Forza Italia Giovanni Villani sulla TASI.

«Facciamo il gioco del “senno del poi”, quello in cui nessuno vince, ma qualcuno perde. Prendiamo un periodo a caso: ottobre-novembre 2011.

Il governo Berlusconi subiva l’ultimo micidiale attacco che lo avrebbe portato a capitolare davanti all’aggressione finanziaria internazionale (Spread!!!) e al massacro mediatico-giudiziario costruito ad arte in Italia. I poteri che contano prevedevano la fine imminente dell’Italia che avrebbe trascinato nel baratro l’Europa, il mondo e forse l’intero sistema solare.

Nel gioco del “senno del poi”, dove nessuno vince e qualcuno perde, prendiamo i dati macroeconomici del 2011 e confrontiamoli con quelli di oggi risultati di tre governi non eletti dai cittadini (Monti – Letta – Renzi).

Il debito pubblico è passato da 1900 miliardi di euro del 2011 agli oltre 2100 miliardi di euro di oggi (dati Banca d’Italia); il rapporto debito/PIL è passato dal 120% del 2011 al 135% di oggi (dati Eurostat); la disoccupazione è aumentata dal 8,9% al 12,6%; la pressione fiscale era al 42,5% ed è arrivata ad oltre il 44%; i consumi delle famiglie sono diminuiti, la produzione industriale è calata ed i prezzi scendono (deflazione).

Insomma in tre anni i nostri fondamentali economici sono peggiorati. E così nel gioco del “senno del poi” dove nessuno vince, hanno perso gli Italiani.

Negli ultimi tre anni la tassazione immobiliare ha impoverito gli italiani con una perdita di valore stimabile fino a quasi 2000 miliardi di euro. La tassazione è diventata così sproporzionata cosicchè da quel punto di non ritorno in poi “più si tassa, meno si incassa e più si rafforza la necessità di tassare” come ha detto recentemente il dott. Paolo Savona. Secondo l’economista per raccogliere 24 miliardi di tasse sugli immobili è stata causata una perdita di valore compresa tra il 20% e il 30% ossia tra 1000 e 2000 miliardi cioè dalle 40 alle 80 volte il gettito ottenuto.

Ricordo che nel 2011 il gettito Ici era di 9,3 miliardi, nel 2012 (Monti) lievitava a 23,7 miliardi, si è fermata a 20 miliardi nel 2013 (Letta-Berlusconi) e quest’anno (Renzi) con la patrimoniale mascherata Tasi si arriverà, insieme all’Imu, a 25-28 miliardi. Questi provvedimenti hanno distrutto la ricchezza immobiliare che è uno dei carburanti per il motore della crescita economica ed in queste condizioni il risparmio non si è più indirizzato verso il settore immobiliare perché se i tributi eccedono i redditi effettivi e non presunti che questo produce, il risparmio, se c’è, va altrove. Il settore dell’edilizia ha perso 800.000 posti di lavoro e ha visto saltare, cioè fallire, oltre 14.000 imprese. Non certo un bel quadro per lo Stato Italiano e per i contribuenti su cui ricade anche il costo ultimo degli ammortizzatori sociali.

La Tasi è stata istituita con la Legge di Stabilità 2014 (Letta-Renzi) e doveva rappresentare una “service tax” destinata a finanziare i servizi forniti dai Comuni. In altri Paesi simili imposte ispirate al principio del beneficio, incidono sugli occupanti di immobili ad uso abitativo sulla base di parametri relativi alla superficie dell’abitazione e della composizione della famiglia occupante. La Tasi è tuttavia qualcosa di diverso . La base imponibile è il valore catastale e il contribuente è di fatto solo il proprietario. La Tasi in pratica si configura come “tassa patrimoniale”. Il margine di scelta attribuito ai Comuni incide anche sull’accentuazione delle differenze di imposizione. Differenze di pressione fiscale a livello territoriale sono nella logica del federalismo fiscale. In pratica si possono avere servizi diversi a seconda della residenza e del luogo di attività dei contribuenti, nonché della capacità dei cittadini di scegliere governi locali in grado di evitare sprechi ed inefficienze ed ingiustificati aumenti di prelievo. Vi è il rischio di significative differenze territoriali nel prelievo a carico di famiglie e di imprese, pur in presenza di un uguale imponibile e dell’assenza di apprezzabili divari nel livello delle prestazioni. Tali differenze emergeranno quando ogni Comune fisserà per il 2014 le aliquote e gli altri parametri relativi al prelievo sugli immobili (Imu, Tasi, Tari). Si tratta di differenze che possono incidere sul comportamento dei contribuenti. Potrebbe trattarsi solo di “Delocalizzazione”, che può riguardare sia le persone fisiche che le imprese: le prime, scegliendo di spostare la propria residenza per garantirsi un più contenuto peso delle “addizionali irpef” o un abbattimento del prelievo sugli immobili; le seconde, decidendo di insediare la propria attività o di distribuire la produzione sul territorio sulla base di convenienze fiscali (diverso peso dell’Imu e dell’Irap).

Forza Italia ha già denunciato questa grave situazione, e continuerà a farlo, perché non esiste in alcun Paese europeo questa orrenda accoppiata Imu-Tasi che rappresenta in definitiva un vero e proprio “esproprio”.

Serve, invece, inviare agli italiani un segnale forte e chiaro per convincerli che sta iniziando una marcia indietro rispetto a un trend che li ha impauriti e impoveriti; questo segnale lo può dare solo Forza Italia che è, e resterà, l’unico vero baluardo in difesa del ceto medio, delle imprese e delle famiglie».    

Capogruppo Forza Italia
Giovanni Villani  
                                                                                               

Menu