*Giudizio sul Carnevale 2025
Come d’abitudine, ecco il mio giudizio sul Carnevale a San Nicandro, quest’anno, con l’intento di contribuire fattivamente a renderlo migliore, sorprendente e memorabile per il prossimo anno.
A tal proposito, la tradizione offre numerosi spunti, ma si tratta di saperne fare sempre buon uso, tenendo conto del principio che è un evento collettivo, ma ben distinto in diversi aspetti. Innanzitutto va realizzato principalmente nel centro storico, da via Roma, su corso Umberto e Corso Garibaldi, fino a piazza IV Novembre, dove non ci sono strade larghe, ma un certo spazio disponibile per far sfilare a piedi le tante maschere singole o a coppie, secondo i casi e apprezzarne l’originalità, l’estro, la fantasia nel predisporre ciò che si indossa.
Devono esserci gruppi musicali -organizzati da tempo o spontanei - in abiti zingareschi e con balli, danze e concertini; sarebbe opportuno che ci fossero gruppi specializzati –come tanti nel passato - nell’interpretare i ditt’, storie, episodi del vissuto quotidiano; sappiamo che, a causa della poca o scarsa cultura di allora, per lo più erano scritti da contadini e analfabeti, ma dotati di estro, fantasia e talento per cui erano conosciuti ed apprezzati più di tanti intellettuali dell’epoca non dotati di queste caratteristiche. Per tradizione, non deve mancare il rito di intingere piacevolmente, in un buon bicchiere di vino locale, il dolce preparato per l’occasione, u’ pupurat’, in postazioni opportunamente predisposte per la circostanza.
Anni fa, in un periodo in cui si era del tutto spenta l’ abituale “mupìa” sannicandrese, l’infelice idea di qualche amministratore di ridar vita- in qualche modo- al Carnevale ricorrendo all’organizzazione di sfilate con carri allegorici e gruppi mascherati in varie maniere, ha fatto dimenticare l’originalità dell’evento secolare, concentrando su questa iniziativa tutto il potenziale umano di partecipanti che anno in anno sono sempre più numerosi e indossano vestiti a tema, ballando sulle canzoni del momento; attraversano i quartieri esterni del paese, dove lo consentono le strade larghe, dal Parco San Michele al viale della Stazione, quindi via Marconi, via Gramsci, viale Papa Giovanni fino a confluire in Piazza IV Novembre, dove si concentra la gente che vede il carnevale, ma non lo vive come tanti altri.
Insomma, lo sostengo da anni, i carri allegorici non fanno parte della tradizione sannicandrese che viene snaturata sempre più rispetto al passato, anche dai gruppi mascherati che indossano vestiti a tema, ballando sulle canzoni del momento. Il nostro carnevale, essenzialmente semplice, non ha bisogno di imitare quello di Viareggio, di Venezia, di Ivrea, di Fano, di Cento e tante altre città e paesi, che ogni anno festeggiano l’evento seguendo delle regole ben precise, certamente piene di fascino, suggestioni e guadagni; occorre soltanto che si torni a seguire la regola unica e immutabile della libertà di realizzarlo come a ognuno piace, senza condizionamenti e modifiche di nessun genere.
Ovviamente, c’è chi non la pensa così e, quindi, si cancella la tradizione, si fa morire il carnevale e le nuove generazioni ignorano le caratteristiche di un evento che per tante generazioni è servito a dimenticare - per tutta la sua durata - i problemi sempre più difficili della routine quotidiana e a dare libero sfogo ai sogni che aiutano a vivere meglio!