La chiameranno ormai Piazza dei monumenti, presenti e passati

La chiameranno così i politici più bellimbusto, perché i Sannicandresi l’hanno sempre chiamata Largo del Convento.

Furono infatti i Frati Minori che l’arricchirono per primi di un edificio conventuale e di una chiesa autenticamente francescana, collegati al paese da trecento metri di via sterrata, con relativo orto e cimitero laterali e croce colonnata antistante.

Raffaele Colucci ci fece sapere, a suo tempo - ANNI Ottanta, in cui il largo fu modificato nella condizione di base attuale - che Piazza Quattro Novembre (come fu ribattezzata con l’avvento della Repubblica) fu denominata prima Piazza Benito Mussolini e di quel periodo ci resta il più grande e prestigioso Edificio scolastico sannicandrese e del quale nemmeno la furia antifascista comunista locale, a suo tempo, riuscì a cancellare certe insegne storiche.

La proprietà oramai comunale del Convento ne aveva fatto sede scolastica durante la guerra, luogo di precaria ospitalità per i rifugiati foggiani e, durante il bum economico, la base di servizio per la nettezza urbana, quando finalmente si decise che fosse giunto il tempo per restituirlo alla Chiesa.

Precedentemente “La Buon’anima” aveva valorizzato il luogo facendo apporre sulla facciata principale del convento il monumento ai caduti sannicandresi della Prima guerra mondiale, i cui 124 nomi furono segnati sulle lastre di travertino e adornati di insegne bronzee. Ma anche trasformando l’orto conventuale in Parco della Rimembranza di ciascuno di quei soldati sannicandresi.

Qualche sindaco pensò bene di spostare la colonna monumentale appiccicandola alla parete della chiesa e al suo posto ci mise una fontana che subito faceva pensare per contrasto a quella, certamente monumentale, distrutta in Piazza della Rivoluzione Fascista, ma che tutti chiamavamo Largo del Carmine o Davanti “ai Morti”.

Il Parco della Rimembranza fu prima mutato in Villa comunale, inizialmente ben tenuta recintata, e poi tradotta in villa aperta, maltenuta e poco frequentata dalla gente comune se non a margine di manifestazioni svolte però quasi sempre nella piazza.

In Piazza IV Novembre, propriamente prima di entrare nell’ex parco della Rimembranza, le amministrazioni comunali, non più di sinistra, vi costruirono i gabinetti pubblici sotterranei. L’area non fu più un largo, nel senso che divenne più stretta come quando c’era l’orto dei frati. Dopo pochi anni quei gabinetti furono letteralmente seppelliti e divennero di eventuale, futuro interesse archeologico e primo grande monumento alle spese pazze comunali.

Ora il convento ristrutturato e la chiesa detta di Sant’Antonio fan parte della Parrocchia di Santa Maria delle Grazie. La fontana di piazza è sparita ed è sparita anche la croce colonnata.

Dirimpetto alla villa aperta (l’area fu liberata a manca e a dritta da tutte le recinzioni) furono abbozzate nuove aiole e costruito, da un’amministrazione social-comunista, un grosso Gabinetto pubblico, ma questa volta mastodontico, monumentale, una specie di Zigurrat in cemento armato la cui rapida costruzione costò un bel po’ di lire. Ma lo Zigurrat fu subito osteggiato da qualche forza politica e criticato dalla gente. Dopo alcuni mesi infatti fu demolito con ulteriori gravi spese di ripristino del posto.

Il Largo fu pavimentato di mattonacci - così li definì un esperto interpellato - con decorazioni geometriche, ma rimase sempre caratterizzato da forte pendenza. Negli anni Novanta Piazza IV Novembre fu dotata di un ulteriore monumento ai caduti della seconda guerra mondiale, di un altro, grosso, dedicato a Padre Pio, e di un’alta stele marmorea dell’AVIS.

Faccio a meno di parlarvi del monumento all’acqua che non c’è: la fontana laterale alla chiesa, che occupa malamente uno spazio fruibile certamente in ben altra maniera.

Ultimo monumento comparso su tanta scena nei giorni scorsi è un erma con didascalia dedicata al dott. Vincenzo Zaccagnino, esimio Sannicandrese il cui nome i paesani se lo ricordano forse soprattutto per le vicende politico-amministrative di quella che fu la “Fondazione Zaccagnino” per mezzo secolo. 

Ma nel posto dove sorge ora l’erma, negli anni Ottanta, non sorse già uno Zigurrat o Ziqqurat ?

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