L'importanza di andare oltre

È difficile scrivere alla mia città in un momento così difficile per la nostra comunità. Non è da n’dist, né per ottenere un salvacondotto che mi renda immune, ma è un modo per invitare alla riflessione ed educare alla coscienza critica tutti quelli che, come me, hanno ancora a cuore le sorti della propria gente.

Per ora, la distanza che mi separa dalla nostra città mi permette di usare l’unica arma che ho a disposizione: la mia parola. Un po' troppo poco, forse, ma la parole - specie se condivisa - penso sia la prima cura per la nostra gente e i suoi problemi, la sua quasi avversione a cultura e politica, la sua assenza di autocritica.

La città brutta e degradata è figlia non solo delle cattive amministrazioni - che ci piace sempre additare come causa di tutti i mali, alleggerendo, così, le nostre colpe e responsabilità di cittadini - ma anche di una comunità ancorata a valori troppo conformisti.

Il discorso è complesso, ma occorre affrontarlo. Troppo spesso si è parlato di andare oltre, di rinascita, di uscire della stagnante situazione che ci circonda, ma non sempre si è discusso a sufficienza sulle modalità. Per poter andare oltre l’ermeticità del nostro contesto, oggi, si dovrebbe ripartire da alcuni valori semplici, ma fondamentali per la nostra comunità, riappropriandoci, innanzitutto, di una coscienza critica - e autocritica – che ci permetta di capire le ragioni degli eventi, sia verso noi stessi che verso il sociale. Cominciare a formare coscienza critica è essenziale per una comunità responsabile e lungimirante.

Qualche mese fa il mio amico Matteo Vocale (attuale Segretario della sezione del Partito Democratico di San Nicandro), ha scritto un bellissimo articolo alla nostra cittadinanza. Vorrei estrapolare una frase su cui credo sia importante soffermarsi ancor prima di iniziare qualsiasi dibattito sul futuro della nostra città: “A San Nicandro, forse, è arrivato il momento di chiedersi: "Dove si è?" e "dove si vuole andare?"

Oggi, più che mai, è importante fermarsi e riflettere. Per noi e per chi verrà dopo di noi.

È fondamentale che ognuno si interroghi sull’importanza del proprio ruolo all’interno della nostra comunità. È essenziale che ognuno di noi riscopra un’appassionata capacità di analisi e attenzione, che ognuno esamini, con autocritica, i propri comportamenti e, last but not least, che tutti impariamo ad essere protagonisti all’interno del nostro microcosmo, senza delegare agli altri la propria parte di dovere. Credo che questo debba essere il primo passo verso il futuro. Un nuovo punto di partenza.

Quasi sicuramente, la difficile situazione economica del nostro comune (si parla di svariati milioni di Euro di debiti) impedirà all’attuale amministrazione di investire nel discours economico, nonché socio-culturale della nostra comunità. Così come è successo per l'ultima amministrazione di centrosinistra.

È indispensabile, quindi, per noi cittadini, assumerci le nostre responsabilità, provando a ripartire dal basso - oltre la politica - perché se il progresso economico è creabile e può essere stimolato con investimenti mirati, quello socio-antropologico lo è un po’ meno. E da noi l’imperativo è ripartire dal tessuto socio-culturale della propria comunità prima di intraprendere qualsiasi progetto di sviluppo economico.

Non sarà affatto facile. Il cambiamento antropologico richiede tempo, ma oggi, è indispensabile. Ora tocca a noi tutti.

Solo quando tutti gli attori sul nostro palcoscenico riusciranno ad interpretare la loro parte con passione potremmo dire di essere andati oltre.

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