Il paradiso degli animali

    Se chiudiamo gli occhi e proviamo a immaginare un attimo il Paradiso, che forma prende nella nostra immaginazione? Credenti o non, poco importa. I primi possono far riferimento a quello Cristiano o della propria religione, un ateo può semplicemente pensare a un luogo di pace, di natura incontaminata, un luogo dove tutto è in equilibrio e privo di qualsiasi vibrazione negativa.

    È facile e allo stesso tempo difficile immaginarlo; abbiamo la mente contaminata dalla visione che hanno avuto altri, prima di noi, di questo posto idilliaco: dipinti, film, iconografia religiosa, musica. Sì, anche la musica ci ha invitato spesso a immaginarlo, non solo con le parole.

    Nella nostra visione del paradiso, c’è la musica? Ma soprattutto, sono presenti gli animali?

    Non voglio certo fare psicanalisi, non è mia intenzione e, francamente, non ne sarei capace. Non voglio neanche affrontare un discorso religioso, solo invitarvi a riflettere un attimo su questa domanda. C’è chi l’ha fatto prima di noi, dando risposte a dir poco sorprendenti: il 98% della popolazione dice che nella sua visione di paradiso è presente l’una o l’altra cosa, 9 persone su 10 immaginano il loro paradiso pieno di animali, alcuni con la musica, altri sostenendo che il verso stesso degli animali ne faccia da colonna sonora.

    Vagando ancora con la mente, è un’immagine ricorrente quella di sterminati prati verdi, natura rigogliosa, alberi fioriti e gente gioviale con un sorriso stampato perennemente sulla faccia. Allora mi chiedo: se nei nostri pensieri, nei nostri desideri, abbiamo tutto questo, perché non fare in modo che possa essere anche qui e subito?

    Nella sconfinata stupidità dell’essere umano, non si cerca di vivere in un prato verde e rigoglioso semplicemente seminando e curando un prato, no, ci vivremo dopo aver ottenuto un biglietto piombando addosso a una folla con un furgone, armati di mitra. Per vivere in pace col proprio vicinato non si dà rispetto e amore, quello viene dopo, si indossa l’abito costoso seduti in prima fila e mangiando ostie. Sto facendo di tutta l’erba un fascio? Decisamente no, ma ci sono fasci da scartare, tra cui quelli che pregano con la bocca, invece che col cuore.

    “Puoi conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui egli tratta gli animali” diceva Kant. Mi accodo al suo pensiero precisando che anche l’uomo è un animale, lo dice la scienza.

    Spesso uso l’esempio del leone: un leone è buono o cattivo? Strappa la vita a una gazzella per cibarsene e rende orfano un cucciolo di gnu, ma è la sua natura. Ha bisogno di farlo per sopravvivere, è il suo istinto, come noi abbiamo il nostro nello scacciare dalle proprie “tane” elementi indesiderati o cibarci di alcune specie. Nell’infinito scontro etico tra vegetariani e non, è difficile trovare una via d’uscita equa, l’importante è rispettarsi gli uni agli altri nelle proprie scelte. Come è giusto rispettare l’intero creato con tutte le sue specie, il che non significa necessariamente vivere con un animale domestico o prodigarci nell’aiutare gli amici a quattro zampe; solo rispettare le loro vite, i loro spazi, la loro natura.

    Questo mondo non ci è stato assegnato con atto notarile. L’essere superiori in quanto a intelletto, non ci dà facoltà di poter decidere se un cane o un gatto meriti di vivere, altrimenti io dovrei decidere per quelli che chiedono un pezzo “con la margherita” in pizzeria, parlando facetamente.

    Amare gli animali non è solo una passione, come può essere quella per i francobolli, o un atto di vanità, anche se per alcuni è meramente questo. Amare gli animali è essere in pace con se stessi e il mondo che ci circonda.

    L’uomo che ama gli animali non lo fa per il proprio tornaconto, sa a priori che non riceverà nulla in cambio. Non è egoismo, egocentrismo, individualismo, solipsismo. È un sentimento puro!

    È amore Sincero, Incontaminato, Magnanimo, Buono, Autentico!

    Mi piace pensare che siano al nostro servizio in qualità di maestri, per insegnarci a tornare coi piedi per terra, senza ergerci a posizioni che non ci competono. Hanno i rudimenti del pensiero e una gioia imperturbata, mentre l’uomo, tra tutti gli animali, è il più crudele: è l’unico a infliggere dolore per il piacere di farlo.

    “Se il Paradiso esiste è giusto che sia popolato di animali. Ve lo immaginate un Eden senza il canto degli uccelli, il garrire delle rondini, il belare delle caprette e l’apparire del buffo e curioso musetto di un coniglio? Di sicuro nel mio Paradiso ideale non possono non echeggiare miagolii da ogni angolo e il festoso abbaiare di cani che giocano finalmente sereni.” (Giorgio Celli)

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