Matteo Gioiosa, il ricordo di un amico

Ci trova pieni di sconcerto e addolorati la notizia della morte di Matteo Gioiosa, per quanto ne conoscessimo la salute non sempre buona, anche se la sua fibra e la sua volontà sono state sempre di quelle forti e lo hanno accompagnato fino all’età di 84 anni.

Nato il 23 febbraio 1935, Matteo Gioiosa, laureato in pedagogia, fu dapprima insegnante poi, per decenni, fino al pensionamento, direttore didattico della Scuola Elementare in Piazza IV Novembre, a San Nicandro Garganico. Le sue particolari doti organizzative, specialmente a livello culturale, ne hanno fatto, spesso, uno straordinario precursore di eventi di un certo rilievo per la comunità sannicandrese e una guida eccezionale specialmente per la sua famiglia.

Infatti, da editore e pubblicista, creò le basi per l’editoria locale, attraverso la Gioiosa Editrice, condotta dal figlio minore Mario, avviando una ricca ed articolata attività di pubblicazioni musicali - curate dal primogenito Michele, pianista, compositore e docente di livello internazionale (Musica e Scuola) – storiche, di cultura ed informazione locale. Ideò e fu direttore responsabile del periodico La mia Città, con degli editoriali di grande effetto e spesso propedeutici per una buona politica locale.

Ha sempre coltivato la passione per il dialetto come lingua viva di un popolo (Grammatica del dialetto sannicandrese, marzo 2000) e per le tradizioni popolari, facendo conoscere scrittori locali nei vari convegni organizzati annualmente con scrupolo e professionalità e tenuti da personalità eminenti nel panorama culturale nazionale. Presidente di associazioni molto attive, tra cui l'Agimus (Associazione giovanile musicale) e l'ANAPIE (Associazione nazionale amici parchi italiani ed europei), ideò e promosse il Festival Internazionale della Scuola che, specialmente durante il primo decennio del Duemila, portò migliaia di studenti, docenti, famiglie, accompagnatori di tutta l’Europa nella nostra cittadina, nel Cinema Teatro Italia, in una competizione a carattere culturale, storico, folclorico, ma, soprattutto” un’autentica festa dell’amicizia in senso globale; quando non si poteva comunicare con la parola, si arrivava con la comunicazione musicale, con balli e danze.

Insomma un evento, che ha avuto come denominatore comune la gioventù. Anzi direi, un inno alla gioventù mondiale sul modello di quello voluto da grande Papa Woityla. Evento capace di catalizzare e integrare culture, tradizioni, costumi diversissimi e diffonderlo ad opera delle nuove tecnologie e ad internet, che hanno permesso di stabilire contatti con ogni parte del mondo, fino alla lontanissima Australia. I giovani hanno compiuto questo miracolo con il loro entusiasmo e voglia di vivere e di cambiare” scrisse per la circostanza il prof Matteo Caruso, componente della giuria esaminatrice. Per primo, fece inserire, nel calendario dell’Estate sannicandrese, il ‘Festival degli Artisti di Strada’, contribuendo a migliorare l’offerta di intrattenimenti per tutte le età. Instancabile, anche in pensione, molto attivo con le sue riflessioni spirituali quotidiane, nella comunità parrocchiale di Santa Maria delle Grazie, facendo parte del gruppo “Rinnovamento dello spirito”, è stato sempre disponibile al dialogo e ai bisogni educativi di giovani e anziani.

Lascia un profondo vuoto nella cultura locale, che è notevolmente cresciuta anche per merito suo. In me ha sempre visto ed incoraggiato le qualità che ho sviluppato a mio vantaggio sul piano professionale e sociale. Mi associo sentitamente al cordoglio della famiglia, con l’espressione della più grande stima e riconoscenza per quanto Matteo Gioiosa ha fatto, in nome dell’amicizia e del rispetto, valori fondamentali che ha sempre inculcato generosamente e con grande impegno sociale.

 Leo Caputo

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