Un ricordo del direttore Matteo Gioiosa

Voglio dire due o tre cose che so di Matteo che ho visto per l’ultima volta qualche mese fa in un mattino di sole mentre entrava in un bar,l’ex Gambero. L’avevo conosciuto grazie a un amico comune Enzo lordi che me lo aveva presentato nella redazione del giornale La mia città che era poi anche la sua abitazione proprio in fondo al viale alberato con le fontane, dove finiscono tutte le passeggiate. Da quell'incontro iniziò una collaborazione con il giornale che poi sfociò anche in pubblicazioni di miei libri perché Matteo aveva fondato anche una casa editrice. Non condividevo le sue idee politiche ma questo non ci impedì di collaborare soprattutto grazie ad un forte interesse che avevamo in comune: il dialetto. Corrrevano gli anni 90 e 2000. Molte volte, le volte che venivo in Puglia passavo in redazione. Parlavamo di poesia, di letteratura locale, di certi personaggi politici allora sulla scena. Lui mi vedeva come un comunista. C’era un confronto franco e schietto. Io preferivo i temi della scrittura. Adesso che scrivendo queste poche righe ripenso a quei decenni mi viene improvvisamente di pensare al presente di questi anni, a questo XXI secolo, appena nato; a com’era quella San Nicandro; a come diventata oggi in questo natale 2019 che sta per arrivare. La casa editrice ha chiuso. La mia città ha cessate le pubblicazioni. Il cine teatro ha abbassato le saracinesche definitivamente. La comunità di San Nicandro si è trasferita e comunica ormai quasi solo sul web. Tutti parliamo scriviamo diciamo la nostra e lo facciamo sui social. E anche questa è cultura. Forse è anche più democratica. Chissà. Forse è giusto cosi. Matteo aveva 87 anni. Quello che ha fatto in vita ha avuto nel bene e nel male un rilievo sociale e, negli angusti limiti della piccola ridente cittadina garganica, un rilievo storico. Le esistenze svaniscono. Le opere durano nella memoria dei superstiti. Le conversazioni con Matteo nel chiuso del suo ufficio, con suo figlio che entrava e usciva dalla stanza...
Un’ultima cosa. Mi chiedo chi sono i matteo gioiosa di oggi a San Nicandro. I direttori e i redattori di civico 93? i direttori e i redattori di Sannicandro.org? o di altre testate che vivono sul web? Forse le pagine Facebook di Vincenzo Flena? I blogger? Forse è proprio così. Forse fra 100, 200 anni quando questi direttori questi blogger non ci saranno più qualcuno li ricorderà. Ma che fine ha fatto quel magico mondo di carta nel quale viveva immerso Matteo? Svanito. Forse finito nella biblioteca comunale che pure quella guarda caso ha chiuso i battenti. Che cosa è rimasto? Si qualcosa rimane. Rimane la fruffcia (matteo la conosceva bene ). Questo foglio che gira per le strade svolazzando nei giorni di fine anno che poi lo ritrovi all’anno nuovo quando è passata la sbornia per terra come un foglio di pubblicità che tutti calpestano. Caro Matteo quella mattina di ottobre che stavi entrando nell'ex Gambero ti ho chiamato ma ero dall'altra parte del marciapiede e proprio in quel momento è passata una macchina. Ti volevo salutare. Ti saluto adesso. ciao.
Emilio Panizio 

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