Il culto dei morti oggi, ieri e domani

Narra la leggenda e l’archeologia conferma che i Faraoni di Egitto amassero portare con sé nel lungo viaggio verso l’oltre tomba tutti i propri gioielli, ori e tesori e vesti preziose, convinti com’erano che dopo la morte ci fosse un’altra vita. La leggenda vuole pure che – tirchi com’erano - si portassero dietro, dopo averli fatti giustiziare, anche tutti i loro debitori. Questi ultimi non appena si diffondeva voce che il faraone aveva un raffreddore o l’influenza, accorrevano a saldare il proprio debito senza nessuna possibilità di rateizzazione. Tornando ai giorni nostri, è di alcuni giorni fa la notizia secondo la quale il governo Islandese offre lauti incentivi agli ultraottantenni per rinunciare alle partite di bocce sul ghiaccio e dedicarsi all’arte dell’intarsio e della decorazione del proprio cofano funebre detto anche cappotto di legno o più semplicemente bara, che in tal modo presenterà una immagine talmente personalizzata da rendere il loro ultimo viaggio molto fashion. Senza andare troppo lontano, sui muri di cinta del cimitero di Lucera (FG) campeggia a caratteri marmorei la seguente scritta CRISTO E’ RISORTO E NOI RISORGEREMO. Senza punto esclamativo. Uno dei primi impegni del neo eletto sindaco di San Nicandro Garganico è stato quello di intervenire personalmente per rendere più efficiente la fruizione e le visite ai propri cari defunti che dormono il sonno dei giusti nel locale cimitero. Le onoranze dei morti non cessano di essere coltivate dai vivi di ogni tempo. Ci sarà un perché.

Menu