Ladri di cultura a San Nicandro

 

Alla fine di agosto 2024 i quotidiani hanno riportato la stupefacente notizia di un ladro a cui il libro ha tolto la libertà. La passione per la mitologia greca gli è costata cara. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse. L'uomo era entrato in un appartamento per rubare senonché, mentre rovistava nei cassetti per cercare soldi e gioielli, trovò un libro sul comodino in camera da letto, scritto da Giovanni Nucci, Gli dei alle sei. L’Iliade all’ora dell’aperitivo. Comincia a leggerlo, si appassiona, e per proseguire la lettura, con quel caldo se ne va in terrazza e si mette in poltrona. Purtroppo per il ladro, la lettura viene  interrotta dall’arrivo della polizia che lo arresta.

Morale: la passione per la lettura è, tra tutte, una delle più nobili e appassionanti, tranne quando il suo richiamo arriva mentre stai svaligiando un appartamento. 

Questa storia  è tutta l’opposto della vicenda di San Nicandro Garganico dove per l’ennesima volta Palazzo Fioritto, sede della Biblioteca comunale, è stato preso di mira dai ladri. 

Per cui la Biblioteca, che era in procinto di essere riaperta, resterà chiusa a tempo indeterminato. Vero è che il danno diretto è di carattere economico (le grondaie e la riparazione del tetto), ma è altrettanto vero che l’entità della ferita inferta ai beni immateriali insiti nella Biblioteca comunale è incommensurabile (impedimento ad accedervi ed usufruirne da parte della collettività). Dopo quella  di Foggia, la Biblioteca sannicandrese in provincia si classifica al secondo posto per ricchezza di volumi. Si tratta di un danno incalcolabile poiché l’idea stessa delle Biblioteche pubbliche nacque per rendere l’educazione e la libertà il più possibile diffuse (Dario Franceschini, Con la cultura non si mangia?). Investire in sapere e conoscenza significa garantire le stesse opportunità a tutti i cittadini. Difatti, un cittadino che non legge è un cittadino meno libero. Dunque, quando parliamo di Biblioteche (altresì di librerie) stiamo affrontando un tema intimamente connesso alla qualità della democrazia. Conseguentemente, accompagnare la prima volta i ragazzi alla Biblioteca comunale del nostro paese significa insegnargli ad amare la lettura. Significa fare il dono più grande ai nostri figli i quali, quando diventeranno adulti, vi daranno quelle soddisfazioni che tutti sognano di avere. Magari ricevendo in regalo un libro con la seguente dedica: “Cosa significa leggere un libro? Grazie a voi, mamma e papà, che mi avete insegnato a capire il vero significato di leggere…. Che mi avete insegnato ad apprezzare un buon libro… e che mi avete donato il piacere che provo quando ho tra le mani un nuovo libro pronta per una nuova esperienza. Vi voglio bene. Titty”. Per inciso, il libro in questione (che i ladri di cultura dovrebbero tribolare a leggere) è intitolato A libro Aperto -Una vita i suoi libri dove l’autore, Massimo Recalcati, considera la lettura di un libro un incontro fortunato, poiché un libro viene considerato quasi un essere umano. Quando leggiamo, pertanto, possiamo fare l’esperienza di sentirci nello stesso tempo letti dal libro che leggiamo. Sostanzialmente, la nostra vita è nei suoi libri e coincide con i testi che l’hanno letta. Per cui chi legge libri, per tutta la vita si lascerà leggere come un libro aperto. Allora, perché gli italiani leggono poco? Spesso si pensa che sia un’operazione agevole. Purtroppo non è facile leggere un libro.  Non si nasce lettori e, dove non c’é una famiglia stimolante si fatica a diventarlo. Già in una famiglia dove i genitori leggono, è difficoltoso leggere con passione. Infatti, così come da bambini, nonostante lo sforzo, guardando gli adulti che camminano impariamo volentieri a camminare, allo stesso modo, allorquando da bambini i nostri genitori ci propongono di leggere, accettiamo questa pena. Ci convincono che è importante leggere e facciamo questo sforzo. Cosicché molto presto anche il bambino si accorge che ciò lo aiuta a moltiplicare le proprie esperienze. Per cui, quegli stessi ragazzi che insieme ai genitori andavano trent’anni fa nelle librerie, frequentavano la Biblioteca, poi sono andati a scuola, all’università, si sono sposati, attualmente tornano coi loro figli a frequentare le librerie. Se tornano è perché hanno imparato da piccoli a passeggiare tra i volumi. Contrariamente, se nella famiglia i libri non si fanno vedere e sfogliare, non se ne conoscerà mai l’esistenza. Internet non sostituisce il luogo fisico. Pur essendo un concorrente temibile non garantisce il tempo fisiologicamente lento ma necessario all’assorbimento delle nozioni ed alla loro elaborazione. Oggi tutti s’informano –velocemente e superficialmente- online. Tuttavia il peso della carta, la quantità di sapere incorporato nei libri è un’esperienza che non può essere sostituita da nessun tipo di schermo. La Biblioteca vince sui clic e sulla tirannia del tempo in virtù della lentezza. Milan Kundera collega la lentezza al ricordare, e la velocità al dimenticare. Quando vogliamo ricordare o preservare il momento, ci muoviamo e agiamo lentamente, invece, se si corre veloci un'esperienza passata viene presto dimenticata. In altre parole, il libro stampato è un oggetto con cui si instaura un legame basato anche sul tatto: l’aspetto intellettuale e quello sensoriale sono strettamente connessi. Torniamo all’inizio. Forse la sanzione maggiore per questi furti di sapere e di democrazia é quella di far sudare sette camicie a leggere libri. Così come abbiamo fatto tutti noi quando da bambini i nostri genitori ce li hanno fatti leggere, allo stesso modo gli scassinatori di Biblioteche dovrebbero patire la lettura. Ed in situazioni del genere, per non soffrire oltremodo la lattura, normalmente sono loro stessi a chiedere la restrizione. Pertanto, queste persone dovrebbero trascorrere un periodo all’interno della Biblioteca affinché possano comprendere l’effettivo danno arrecato ai ragazzi che, a causa dell’ulteriore chiusura, non  potranno consultare i volumi. Cosicché, nell’emulare il collega che leggeva la mitologia greca, gi scardinatori di conoscenza oltre i furti impareranno altresì che:  “Dopo aver letto un romanzo il lettore, ricordando di più, è come se avesse vissuto più a lungo”. La lettura dei romanzi, secondo Umberto Eco, ti allungano la vita in quanto danno l’impressione di avere vissuto moltissimo. Perché? Lo ha spiegato Edoardo Sanguineti: “Quando leggiamo ci troviamo dinanzi ad una grande macchina del tempo e, se non possiamo farci contemporanei di Omero, di Victor Hugo o di Alessandro Manzoni, è meglio costringere costoro a venire a parlare con noi. Operazione che facciamo attraverso la lettura di volumi i quali, viaggiando nel tempo, ci fanno visitare mondi del passato. Il cervello crede di sperimentare le cose di cui stiamo leggendo poiché leggere il libro è come vivere l'esperienza realmente. Ed è molto difficile per il nostro cervello capire la differenza!”. Ciascuno di noi vive la vita secondo i volumi che legge.

Gli stili, i comportamenti, le piccole cose concrete, quotidiane, derivano dai modelli culturali appresi leggendo. Ragion per la quale, essendo baluardo di vita e di democrazia, la Biblioteca comunale di San Nicandro Garganico, insieme all’intera comunità, ha ricevuto un danno incalcolabile in quanto portatrice di un valore intangibile, immenso, infinito.

                                                                             Francesco Sticozzi

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