Rosetta Donnanno, indimenticabile “Regina del carnevale"

All’ età di 89 anni, a San Severo, dove abitava, a fine maggio scorso, è deceduta Rosetta Donnanno, sannicandrese, conosciuta e apprezzata moltissimo come un’autentica e inimitabile icona del carnevale paesano, col suo brio contagioso e l’amore per le tradizioni fortemente custodite e trasmesse infaticabilmente. E’ incolmabile il vuoto che lascia sia nella famiglia sia in noi sannicandresi.

Rosetta Donnanno è nata a San Nicandro Garganico il 23 dicembre del 1935. Nel lontano 30 maggio 1943, mentre ancora imperversava la seconda guerra mondiale, alla tenera età di sette anni, ricevette  la 1ª Comunione nella Chiesa Madre e, per la circostanza, recitò una lunghissima poesia, scritta proprio per lei dal sacerdote e canonico sannicandrese Mons. Aristide D’Alessandro, caro amico di famiglia, che per tutti era semplicemente ‘Don Aristide’. Indimenticabile l’emozione e la commozione sua e di tutta la comunità dei fedeli presenti. 

La chiesa era gremita e poiché ogni famiglia aveva uno o più soldati in guerra, di cui ignorava spesso la dislocazione e il destino, era comprensibile che tutti avessero gli occhi lucidi e colmi di pianto. Nella poesia, infatti, Don Aristide aveva tenuto conto del contesto temporale, storico, lacerante nel quale avvenivano quelle cerimonie ed il pensiero non poteva non essere rivolto agli assenti più che ai presenti. Crescendo, con le cure premurose dei genitori che hanno inculcato in lei i valori più importanti di una vita vissuta con impegno ed entusiasmo, Rosetta ha frequentato le scuole fino alla prima Media, seguita privatamente da don Aristide, ha da lui attinto  una buona preparazione, al di là del latino, per cui mostrava poco interesse. In seguito si è sempre mantenuta attiva nella cultura e nell’istruzione, facendo quasi da “segretaria” al fratello Gianbattista, di professione avvocato e docente di Lingua francese a San Nicandro Garganico, poi, residente a Urbino.

Nel 1956 conobbe Benedetto Buono, allora venditore ambulante di oro, di San Severo; si sposarono un anno dopo. Poiché era domenica ed allora non era consentito, grazie all’interessamento di Don Aristide D’Alessandro, ottenne non solo l’autorizzazione per celebrare il rito ma anche la speciale benedizione del Santo Padre, che giunse con un telegramma, da lei stessa conservato sempre gelosamente. Nel 1966 si  trasferì a San Severo con la sua famiglia. Ebbe tre figli - che poi si sono sposati - vari nipoti e qualche pronipote. Col passare degli anni, Rosetta Donnanno-Buono ha sempre mantenuto vivo il rapporto con San Nicandro Garganico, sua terra di origine, ma soprattutto in occasione del Carnevale, quando, puntualmente, partendo da San Severo, con la sua amata fisarmonica - strumento musicale che suonava benissimo - giunta nel suo paese d’origine, è sempre riuscita a coinvolgere con la sua esuberante simpatia la gente che incontrava nel suo cammino, lungo le vie del paese e che spontaneamente l’accompagnavano nelle canzoni da lei intonate alla perfezione e con voce possente, tanta e tale da  superare lo stesso suono emesso dalla fisarmonica. 

Perciò, la sera dell’ 8 febbraio 2016, durante il Carnevale a San Nicandro, sul sagrato della Chiesa dell’Addolorata, il gruppo folkloristico sannicandrese “L’Allegra cumpagnija”, guidato da Natina Pienabarca e coordinato da Natina Mascolo - Vaira,  le ha conferito un riconoscimento speciale, un attestato di infinita simpatia e stima, Regina del Carnevale sannicandrese, pienamente  meritato, “per il suo notevole spirito d’iniziativa, durante la ricorrenza annuale del Carnevale paesano, nel divertirsi e far divertire chi l’ha sempre accompagnata con l’entusiasmo da lei stessa creato spontaneamente e senza riserve, per  l’attaccamento costante  alla propria terra natale, alla sua cultura e tradizioni”. L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dall’intera cittadinanza. Io ho avuto l’onore  di presentare la manifestazione,  tracciando all’inizio un breve profilo biografico di Rosetta, con gli aspetti peculiari di una persona straordinaria, legatissima alla famiglia e alle tradizioni de paese d’origine. Hanno partecipato valenti artisti e musicanti locali,  Michele Fatone al mandolino, Angelo Russo alle tastiere, Nicandro D’Apote alla chitarra, i quali hanno eseguito alcuni canti del repertorio di Rosetta: “Carnevale sannicandrese 1954”, di Giovanni Battista Donnanno,  “Che piacer esser piccoli e belli”, parodia di Carnevale e il simpaticissimo “U ciucciarèdd” , con la stessa Rosetta che, da autentica regina della serata e mattatrice di grande esperienza artistica, ha dominato la scena, coinvolgendo tutti i presenti con la sua inesauribile simpatia e voglia di spensieratezza, come nella più vera tradizione carnevalesca a San Nicandro. 

Un autentico “cunciurtine”, in onore anche dell’indimenticabile   maestro di musica Antonio Mastrovalerio,  il quale insegnò a Rosetta Donnanno come suonare la fisarmonica e che scrisse brani poi famosissimi, come “Balliamo insieme” e “Abbasso le donne”, riproposti per la circostanza; la figlia Graziellina ha presenziato alla  celebrazione con un suo contributo di ricordo e gratitudine nei confronti del papà  e del gruppo folcloristico che ha voluto commemorarlo riscuotendo gli applausi scroscianti del pubblico presente. Il repertorio da intrattenimento ha incluso molte fra le più belle canzoni napoletane classiche e varie tarantelle. Per la circostanza è stata  consegnata anche una targa,  col patrocinio del Comune e della Pro Loco, dal dott. Domenico Fallucchi, Presidente del Consiglio, e dal prof. Giorgio De Rogatis, Presidente della Pro Loco. Intervenendo, infine, il prof. Michele Grana, ha sottolineato brevemente l’importanza della manifestazione e la necessità di mantenere sempre viva la tradizione del  Carnevale sannicandrese. Ora più che mai, considerando che anche Rosetta Donnanno-Buono ci ha lasciati, insieme a tante altre personalità che lo hanno animato straordinariamente e inimitabilmente! 

Leo Caputo. 
foto: famiglia Mascolo-Vaira 

 

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