La pacchiana e il pastore sempre in voga

La tradizione del carnevale sannicandrese risale ai tempi lontani. A tal proposito Vincenzo Civitavecchia, responsabile della biblioteca comunale mi ha fornito un documento, da cui si evince chiaramente che esso esisteva già nel 1600 (qui pubblicato).

Il Carnevale è ancora oggi, pur con alterne vicende e con radicali trasformazioni storiche, sociali e culturali in atto è una delle usanze più sentita dal popolo sannicandrese, un appuntamento a cui non manca mai. Sembrava in declino diversi anni, ma ora sta riprendendo vigore; così per tre giorni la gente, uomini e donne, di qualunque età e condizione sociale si riversa per le strade, con maschere, carri allegorici, costumi, canti e balli. La caratteristica predominante del carnevale di ieri e di oggi è la maschera, coprirsi il volto per non farsi riconoscere, con piccoli buchi per gli occhi e la bocca. Gli abiti sono ancora per lo più gli abiti non usati più dalle mamme, dai nonni. Costumi tradizionali che hanno attraversato gli anni immutati sono la pacchiana e il pastore.

L a pacchiana nel significato originario è “Contadina vestita con abiti tradizionali”. Il pastore è vestito di velluto che s’indossava durante le feste e le cerimonie. Quest’anno 2011 sono ancora questi costumi predominanti. Il carnevale di oggi è come quello di ieri la stessa voglia di divertirsi, per dimenticare problemi e affanni quotidiani. Assente Michele Grana quest’anno, si è distinto il gruppo folk sannicandrese che con i cinquanta elementi che lo compongono si è esibito in piazza con rappresentazioni tradizionali. “ “U cuncertin”,” u scazzumerdd,” La rottura de la pigna” Il motto era “Goliardia e allegria”.

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