Finché la barca va, lasciala andare, ma dove?

Carissimo direttore, consentimi una riflessione sui tuoi ultimi editoriali, che condivido per la bontà dell’iniziativa e per essere ormai nonni e spettatori critici di questo sistema di fare la politica attraverso i numeri e non le idee in termini di progettualità e di obiettivi.

Da alcuni giorni, si dono abbandonate le progettualità, ammesso che gli interlocutori sopraggiunti nelle politica degli spazi temporali, lasciati liberi ed occupati con immediatezza dai “mediocri” (il termine adoperato è ancora una volta buono ed è voluto), e si è tornati a parlare: di “deficit” strutturale di quote rose da attribuire alle donne in Giunta. Un più che evidente falso problema, per distrarre l’attenzione su altri ed ancora più gravi oggetto dei tuoi editoriali.

Aperta e chiusa questa breve parentesi, consentimi di tornare sulla situazione di confusione dei ruoli istituzionali e di omissione di garanzie politiche reciproche ed amministrative che per essere buoni le avevo attribuite agli stampati, non aggiornati normativamente dall’uso ormai consolidato del “taglia, copia e incolla”, confidando nella bontà del provvedimento decisorio, solo sottovalutato dalla struttura interna e sicuramente non rappresentato affatto.

A questo proposto (e per non avere fatto il militare a Cuneo, come diceva Totò in un noto film), ti rivolgo una domanda per tornare all’argomento: perché un qualsiasi “investitore pubblicoprivato ”, locale  o proveniente da fuori Regione o addirittura dall’estero, dovrebbe  avviare o trasferire la propria azienda qui da noi, e con quali garanzie  di risultato ?

Se, purtroppo, qui da noi in questi anni (e parlo di circa un ventennio e passa) abbiamo accumulato solo maggiori ed ulteriori “deficit “economici ed infrastrutturali rispetto ai paesi limitrofi, che hanno finito così per elevare al massimo la tassazione, di contro all’erogazione da parte degli Enti preposti per Statuto e finalità, all’erogazione di “elemosine” (buoni spesa) e prebende alla corte dei miracolati ?

Quale riscatto sociale si può aspettare questo paese, se per andare avanti in investimenti improduttivi sul piano economico e sociale, pensa solo a (s)vendere i gioielli di famiglia con aste truccate e bandi di Gara costruiti ad hoc e rimasti incagliati da anni, perché ?

Eppure, un libro di “James Meade”, narra proprio di un viaggio nell’isola di “UTOPIA” …..( che, mi è detto, costituisce un luogo perfetto dove vivere felici !!!) e, sulla strada del ritorno da questo viaggio, della visita ad un’altra isola, quella di “Agathotopia” i cui abitanti, non rivendicano certo la perfezione dei loro ordinamenti sociali, ma asseriscono che nella loro isola, il governo ha eliminato i conflitti tra lavoratori e imprese, riconoscendo ad una “partnership” di governo democratico quella “efficienza ed equità fiscale e contributiva” auspicata da sempre fra le parti sociali  in nome del nuovo termine “ sussidiarietà”.

Una società perfetta e sussidiaria insomma, quella dell’isola “Agathotopia”, solo apparentemente giudicata utopistica, in cui il “dividendo sociale”, garantisce a tutti un reddito personale attraverso l’assunzione personale e tra tutti del “rischio” imprenditoriale dell’investimento.

Mi sono chiesto oggi: E’ “AGATHOTOPIA” la vendita finora non effettuata dei terreni a scopi turistici della località “Favaro” in Torre Mileto e  dei terreni altamente produttivi di milioni di quintali di grano dell’ex fondazione Zaccagnino (oggi  ASP) ?

Certamente no!!!

E’ invece un’ operazione di bassissimo profilo economico-finanziario, marcatamente maldestra e sottovalutata nella portata e nei costi-benefici,  senza avere una certezza degli utili derivanti dalla prospettata operazione di vendita del patrimonio pubblico immobiliare, in un momento di non liquidità per i molti (di enormi capitali in mai a pochi e da investire per sottrarli ai controlli), di finanziamenti dei privati  da parte delle banche bloccati  e che consentirà, forse,  solo ai “NOSTRI” ed a qualche progettista locale, di continuare a barcamenarsi alla meno peggio, pur di restare attaccati alle traballanti e squallide poltrone dei palazzi di governo vuoti di idee e soprattutto del calore della presenza dei cittadini  ed  anche di un benché minimo e trasparente progetto e pensiero politico – programmatico – finanziario, che  finora non traspare nella gestione dei due Enti (Comune - ASP),  perché ?

Mi chiedo, dove siano finiti i rappresentanti locali (figli perlopiù di contadini dalle mani incallite dal lavoro), allorquando si prospettava e si prospetta ancora oggi ( SIC !) per risanare i disastrati bilanci di circa €. 20 milioni la “vendita” sottoprezzo del Favaro, a qualche euro il mq., mentre in questi giorni , attraverso i giornali, si è tornato a parlare della tentata vendita dei terreni altamente produttivi dell’ex Fondazione? E, dei finanziamenti persi sul progetto di ristrutturazione del “mulino di Caldoli” da adibire ad “osteria” del buon pastore di transito, perché non si è parlato anche del firmatario del progetto, fino all’esecutivo, e come verrà pagato e perché ?

Come pure della mancata realizzazione del villaggio inclusivo denominato “dopo di noi” , le cui somme finanziate dalla Regione sono state restituite per circa €. 150 mila, in quanto non spese per anni? Ed infine del progetto del “termovalorizzatore”, o  addirittura delle “terme” a San Nazario, che poco  appaiono compatibili tra loro e con la già formalizzata pregressa nomina del presidente del consorzio “ terme “?

Silenzio, nient’altro che silenzio, per la storia di una serie di fallimenti voluti ed annunciati in danno della collettività, che sembra aver perso ormai ogni speranza di riscatto, sarà così?

Io spero proprio di no e torno a scrivere per fare come dici...squadra ! 

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