Intervista con Padre Antonio D'Orsi

Prima della scelta di pronunciare i voti: Antonio da bambino e poi da adolescente com’era?

Antonio, questo è il nome di battesimo che i miei genitori mi hanno dato e che continuo a tenerlo anche dopo l’ordinazione. Ho vissuto in una zona periferica di Napoli e, come tutti i bambini del quartiere, anch’io ho vissuto in strada. Sono stato sempre un bambino vivace che ha scoperto la sofferenza e nello stesso tempo la gioia di vivere una vita spensierata nella strada. In gioventù ho lavorato come rappresentante e nella RAI come pubblico fisso.

Come e quando è nata la sua vocazione?

Quando stavo in RAI, ho conosciuto un sacerdote, don Matteo Galloni, il figlio del Ministro democristiano della Pubblica Istruzione. Don Matteo cercava ragazzi minori senza famiglia portandoli nelle “Case Famiglia” da lui fondate una a Firenze, una a Policoro in Basilicata, una a Bari nel quartiere periferico Enziteto. Mi ha entusiasmato la sua opera benefica verso quei ragazzi che erano tolti dalla strada. Così, attraverso un volontariato, mi affiancai a don Matteo aiutando i ragazzi. Nel frattempo a Bari inizio i miei studi e conosco dei frati. Mi sono subito innamorato della vita francescana per la sua semplicità, per il suo amore verso il prossimo, per il Vangelo. Dopo questa esperienza con i francescani ho deciso di lasciare don Matteo e seguire una vita più vicina a Cristo seguendo l’ordine francescano. Ho trascorso il postulantato a Foggia, il noviziato a Casacalenda in provincia di Campobasso e a Bitetto per seguire gli studi filosofici e teologici. Per la professione solenne sono stato trasferito a Monopoli per un anno e in seguito a Capurso presso il Santuario della Madonna del Pozzo. Qui sono caduto in crisi prima di arrivare al diaconato perché non mi sentivo pronto a seguire la strada tracciata. Ho chiesto un anno di fermo per mettermi in discussione e per convincermi della strada da percorrere. Nell’anno di fermo ho vissuto nel convento di Vittorio Veneto in cui sono stato aiutato a livello psicologico e spirituale. In quell’anno mattino e pomeriggio lavoravo allo sportello della Caritas diocesana per gli emigrati e di sera tornavo in convento. Dopo l’anno di fermo sono stato trasferito di nuovo a Capurso. Durante la mia permanenza ho deciso definitivamente di prendere il ministero di diaconato. Trasferito ad Ascoli Satriano, sono stato ordinato sacerdote il 24 aprile 2008.

La vita da frate e sacerdote fino alla titolarità di questa parrocchia.

Dopo l’ordinazione a sacerdote sono stato assegnato a Campobasso con l'incarico di viceparroco, come vicario della Casa ed economo e responsabile della struttura caritativa (Caritas parrocchiale). Dopo cinque anni da Campobasso sono stato trasferito a San Nicandro Garganico con l‘incarico di parroco.

Quale il progetto pastorale di Padre Antonio, parroco per la prima volta?

Appena venuto a San Nicandro, dopo aver sondato la situazione, ho riunito il Consiglio pastorale parrocchiano esistente il 18 settembre nel quale espressi il mio programma, molto semplice, proprio alla francescana. Ho trovato il Terzo Ordine Francescano commissariato, il RnS (Rinnovamento nello Spirito Santo) alle prese di trovare una soluzione per diventare un gruppo autonomo, nessuna struttura caritativa parrocchiale (CARITAS), pochissime frequenze di fedeli alla S. Messa serale, tutte di pie donne avanzate nell'età, senza giovani. Che vuoi, un giovane sacerdote alla prima esperienza da parroco e con tanti sani intenti per servire il Signore, non può star fermo.

Di questo progetto arduo e impegnativo è stato già realizzato qualcosa?

Direi proprio di sì.

Ho eliminato il commissariamento al Terzo Ordine Francescano e l’ho ricondotto alla libera democrazia. Infatti, il giorno 25 settembre si è riunito il Capitolo elettivo del Terzo Ordine che ha democraticamente eletto le persone da ricoprire gli incarichi previsti dall’Ordine. Sono state elette: Teresa Scanzano – ministra; Anna Martino, vice-ministra; Maria Rosa Vocino segretaria; Annarita Rosa maestra di formazione; Maria Ciminelli economa; Rosa Stilla responsabile giustizia e pace; Natina Mascolo Vaira responsabile comunicazioni sociali e OFS.

Per quanto riguarda la situazione del gruppo RnS, dopo aver dato la mia disponibilità a dare una mano per la risoluzione del problema, il referente Matteo Gioiosa inviò una lettera agli organi statutari regionali e diocesani del RnS per il riconoscimento del gruppo, dopo dieci anni di attesa. La lettera produsse i suoi effetti positivi e il Consiglio regionale assieme a quello diocesano ha nominato una terna di persone per la missione da svolgere presso il nostro gruppo. La missione continua con molto impegno e piacere per servire il Signore lodandolo e benedicendolo per tutto quello che fa per noi tutti. Dopo un anno di missione il gruppo sarà riconosciuto ufficialmente e avrà il suo pastorale.

L’esperienza fatta con don Matteo che raccoglieva bambini che vivevano nella strada mi è rimasta come dono del Signore per continuare quel lavoro con i giovani per dar loro la speranza che si può avere solo se s’incontra Cristo. Il Signore mi ha aiutato a incontrare tanti giovani senza lavoro, sfiduciati e senza speranza. Il primo giovane che ho incontrato è stato Antonio Facchino e poi, attraverso il passaparola, si sono aggiunti tanti altri cui ho cercato di infondere coraggio per vivere la speranza di un loro futuro migliore. Sono in tanti oggi che frequentano la parrocchia, la S. Messa e si trattengono alla sera raccontandosi, stimandosi e amandosi come fratelli, ora capiscono anche cosa significhi essere fratelli in Cristo. Con questi giovani di oggi, che vivono la fretta per raggiungere subito e, a tutti i costi, i loro obiettivi, occorre molta pazienza e molto dialogo per costruire un rapporto sincero e amichevole con il loro prossimo.

È stata presentata la pratica per ottenere una struttura caritativa per un banco alimentare (la Caritas parrocchiale) e anche questa pratica è andata in porto, tanto che dal mese di marzo prossimo la Caritas diocesana consegnerà anche alla nostra struttura i viveri da fornire ai bisognosi della parrocchia, che ne sono molti.

La mia gioia più grande, che mi ha procurato anche qualche lacrimuccia, l’ho avuta quando ho visto tutte le componenti pastorali della parrocchia agire in sinergia fra di loro in una unità di intenti e in una fraternità così come intesa da S. Francesco. Non è poco dopo solo quattro mesi.

Voglio ringraziare tutti i miei collaboratori, per gli obiettivi già raggiunti e la popolazione sannicandrese, molto attenta, devota di S. Antonio di Padova e molto generosa. Questa generosità l’ho potuta costatare quando ho lanciato l’idea per l’elettrificazione delle campane. Molte iniziative promosse in tal senso hanno raggiunto in poco tempo la somma necessaria per sopportarne la spesa.

Durante il periodo della Quaresima pregheremo tutte le sere per prepararci all'elezione del nuovo Consiglio pastorale parrocchiale. Dal nuovo consiglio usciranno anche le linee basi per un progetto più consistente da un punto di vista spirituale, di fraternità e di testimonianza di Cristo con tutti quelli che incontriamo ogni giorno nella strada, nei posti di lavoro, nelle amicizie, con i bisognosi e con i malati.

Dalle Interviste con i giovani

Ho intervistato i giovani che ogni sera frequentano la parrocchia su come e dove è avvenuto il loro primo incontro con Padre Antonio e perché lo seguono.

Quasi tutti hanno avuto il loro primo approccio in Chiesa durante l’ascolto della S. Messa e tutti hanno espresso giudizi lusinghieri ecco alcuni più significativi:

«… impressione positiva per il suo rapporto molto solare con i giovani. Ho iniziato con lui un cammino spirituale e mi trovo molto bene. Oggi la mia vita è differente da quella che conducevo»; « … i modi cortesi con cui si rivolge ai giovani. La mia vita è cambiata: alla sera sto con altri giovani e usciamo insieme e ci divertiamo insieme.»; «… la sua semplicità nelle omelie… e l’approccio con i giovani alla maniera di un amico.»; «… quando parla ha sempre un sorriso accattivante che dà fiducia e ti permette di aprirti»; «… molto simpatico, ci fa giocare, ci fa stare in oratorio a giocare con i biliardini. Mi piace venire in Chiesa.»; «… Difficile per me aprirmi e invece con P. Antonio mi è stato molto facile, perché ti mette sullo stesso suo piano, come se tu stessi parlando con un tuo migliore amico.»; «… Oggi, grazie al gruppo del Rinnovamento nello Spirito e a P. Antonio, la mia vita è cambiata totalmente perché finalmente apprezzo i valori della vita, dopo una esperienza poco bella dalla quale provenivo»; «… Oggi è cambiato anche il mio rapporto con Gesù, perché nelle omelie P. Antonio me lo fa sentire sempre più vicino.»; «… spontaneamente ho deciso di seguirlo perché ho visto in lui un ottimo padre e un ottimo consigliere. Da allora vengo più spesso e volentieri in Chiesa e negli incontri con P. Antonio.»;
«… Avevo interrotto anni fa il cammino francescano intrapreso, P. Antonio è riuscito a convincermi a riprendere quel cammino. Oggi sto vivendo una vita nuova anche per l’incontro di altri giovani.»

Questi i nomi del folto gruppo che si è creato: Altieri Lirio, Campagna Cristian, Campagna Leonardo, Campagna Michela, Civitavecchia Stefania, De Luca Concetta, De Matteis Marco, Facchino Antonio, Gallo Davide, Gravina Matteo, Mastrovalerio Giuseppe, Mele Graziano Pio, Pertosa Angela, Stega Elisabetta

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