Affronta i ladri ma lo pestano a sangue

Sannicandrese a Novellara aggredito in piena notte

E’ rientrato a casa verso le quattro di notte e, dopo aver aperto il cancello del cortile, ha notato che la porta dell’abitazione, dove vive con i genitori, era aperta e la luce era accesa. Felice Soccio, imprenditore 38enne residente a San Giovanni (originario di San Nicandro Garganico, ndr), che gestisce un’azienda di zincatura a Campagnola insieme al fratello e alla sorella, ha subito capito che potevano esserci i ladri e si è preoccupato per i genitori, che dormivano al primo piano.

Sceso dall’auto, si è diretto verso la porta e lì si è imbattuto con un ladro che, avvisato dai due complici che stavano facendo da “palo”, stava cercando di fuggire in tutta fretta. Forte di un fisico atletico e robusto, e degli anni passati in palestra, Soccio ha cercato di bloccare il malvivente e ne è subito nata una colluttazione.

Non poteva immaginare, però, che nei paraggi c’erano altri due componenti della banda che, visto il complice in difficoltà, sono subito intervenuti. Così, quando l’imprenditore e il bandito sono caduti a terra, Soccio si è visto colpire alla testa da un vaso di fiori scagliato dal “palo”, prima che il terzo rapinatore prendesse una sedia in ferro da giardino e gliela scagliasse con violenza sul corpo.

Ma la notte da “Arancia meccanica” non era che all’inizio per l’imprenditore novellarese: mentre cercava di difendersi disperatamente dai tre aggressori, Soccio si è visto colpire al volto da un violento pugno, che gli ha rotto un dente e lo ha ferito a un labbro, prima di subire diversi altri colpi, che solo grazie al suo fisico non lo hanno fatto capitolare.

L’uomo non si è perso d’animo e, dimenandosi a più non posso, è riuscito a raggiungere la sua auto, un’Audi A4 da cui era sceso poco prima, e a mettersi al volante, nella speranza di mettersi in salvo. Il rapinatore che aveva in mano la sedia, a quel punto, ha cominciato a sferrare colpi contro il lunotto dell’auto, sfondando il vetro, e contro la carrozzeria, mentre gli altri due – armatisi di mattoni trovati nella casa di fronte – hanno iniziato un vero e proprio tiro al bersaglio contro l’auto. Uno dei tre, “coperto” da quella pioggia di colpi, si è poi arrampicato di nuovo sul terrazzo, dove aveva abbandonato la poca refurtiva raggranellata in casa (due collane e qualche oggetto di bigiotteria), per riprenderla e rimettersi in “postazione di lancio”.

Soccio è infine riuscito a partire, si è allontanato di qualche centinaia di metri, prima di decidere di tornare indietro, per non abbandonare i suoi genitori in balìa di quei tre banditi pronti a tutto e capaci di ogni cosa. Ma quando è tornato davanti a casa i tre erano già saliti su un’auto di colore scuro, pronti a partire a tutta velocità e le due auto – prima della definitiva fuga dei rapinatori – si sono addirittura scontrate. Soccio li ha seguiti per un po’, ha visto che fuggivano in direzione di Reggio ma poi ha desistito, preferendo tornare a casa dove, nel frattempo, la madre (che si è svegliata) e il vicino di casa avevano già allertato i carabinieri, che hanno avviato le indagini e scatenato una vera e propria caccia all’uomo in tutta la provincia.

Fonte: Gazzetta di Reggio

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