La presidente Lusi scrive al ministro Martina

"Bisogna aprire una discussione seria sul grano e sull'agricoltura sociale"

Riceviamo e pubblichiamo La lettera aperta  della presidente dell' Asp Zaccagnino Patrizia Lusi destinata a Martina 

C.ssimo Ministro Martina, La sua presenza del nella città di Foggia, ci fa onore e rende merito alla realtà agricola della nostra provincia che è la forza preponderante della nostra economia. 

Chi le scrive ha l'onore di presiedere una della più grandi Asp d'Italia quanto a ettaraggio che vive di agricoltura lavorando direttemente circa 700 ettari a grano dei complessivo 2300. 

Non potrò essere presente all'incontro nella mia città natale perché sostenitrice di un'altra mozione e la mia presenza potrebbe essere strumentalizzata, atteso che il

Manifesto riporta la menzione "verso il congresso". 

Alcune considerazioni voglio farle lo stesso. 

Mi sarebbe piaciuto  affrontare una bella, ampia discussione sui temi a noi cari. 

Dalla legge sul Caporalato, ottima iniziativa politica e legislativa, che però va modificata se mette sullo stesso piano il titolare dell'azienda i cui dipendenti sono trovati senza scarpe infortunistiche (ad esempio) e il "caporale" che tratta gli esseri umani come schiavi. Su questo i decreti attuativi dovranno chiarire molte cose. Il rischio, paventato da tutte le organizzazioni agricole (quasi tutte...) è che si possa colpire in maniera indiscriminata anche l'imprenditoria sana che assume regolarmente e tutela i lavoratori. 

Bella l'intuizione dell'assicurazione contro la perdita di redditività del grano, ma il problema va affrontato seriamente e alla radice. Il prezzo del grano, dipende anche dalla abbondante quantità di prodotto presente nel Mercato in certe annate, come quella appena passata, ma il mercato di riferimento del grano è quello mondiale, e comuqnue le quantità prodotte in Italia non soddisfano le richieste complessive, per cui il ricorso alle importazioni di prodotto è necessario. 

Sarebbe, quindi, necessario impegnarsi per armonizzare ed avvicinare al massimo le normative di riferimento rispetto ai limiti sull'utilizzo di alcune sostanze chimiche nelle produzioni per evitare di poter acquistare prodotti che la nostra legislazione considera contaminati al cui legislazione estera, invece, accetta e sono fuori dalle norme di protezione della UE. I nostri laboratori sono impegnati costantemente sulle analisi del grano e dei suoi derivati ma nulla si può fare senza una politica comune di certificazione del grano. 

Inoltre, le nostre produzioni, a differenza di alcune, hanno il vantaggio della qualità. La qualità (peso specifico e qualità proteica) va stimolata attraverso investimenti nella fase produttiva: una proposta che potrebbe raccogliere il consenso degli agricoltori, potrebbe essere quella di proporre incentivi sull'acquisto di concimi che attribuiscono al grano maggiore valore proteico. Anche chi investe nell'agricoltura di precisione, che consente di raddoppiare le quantità nello stesso ettaraggio con una notevole diminuzione di costi, dovrebbe essere incentivato a farlo. 

Il piano della Banca delle terre agricole (info sul sito del ministero) va nella direzione di coltivare tutte le superfici possibili perché "terra vacante non conosce padrone" (come dice Matteo, uno dei miei maestri) ed è una bella e utile iniziativa. 

I contratti di filiera sono una buona base di partenza. Ci sono alcuni aspetti che andrebbero modificati: il prezzo base minimo, a prescindere dal valore proteico, e l'aumento in base alla percentuale delle proteine non "fantasioso" ma reale. Siamo sempre allo stesso punto: l'agricoltore che partecipa ad una filiera deve essere aiutato ad investire in ricerca e sperimentazione. 

Altra questione è la CUN nazionale. C'è la necessità di avere un riferimento oggettivo per il costo del grano che non debba dipendere solo dalle Commissioni delle Camere di commercio se al loro interno mancano i rappresentanti dei produttori di grano (gli agricoltori). Con la presenza di un organismo nazionale composto da tutti gli stakeholders si potrebbe avere un riferimento oggettivo e reale. La riforma della Pac merita momenti di approfondimento importanti e specifici. 

Di questo e di tanto altro, mi sarebbe piaciuto discutere con il Ministro. La concomitanza della sua venuta in qualità di sostenitore di una singola mozione congressuale, circostanza non taciuta ne' dal manifesto ne' sul comunicato stampa di accompagnamento dello stesso, sottrae al nostro territorio una grande opportunità di dialogo e confronto che, spero, possa ripetersi quando la bolla congressuale scoppierà e saranno chiare le posizioni di neutralità e imparzialità di tutti. Spero di avere occasione di incontrarla in altra sede e in veste di solo Ministro dell'Agricoltura per discutrrre anche dei decreti attuativi della legge sull'agricoltura sociale, tema molto caro a noi Asp (aziende di servizi alla persona) che coniugano agricoltura e cura già da molto tempo. Cordialità. Patrizia Lusi, pres. Asp "De. Vincenzo Zaccagnino" e componente direzione regionale del pd di puglia. 

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