Lettera aperta della sig.ra Laura Nardella al direttore generale

CHI E’ IL DISABILE

ILLUSTRE Direttore della ASL FG

Dott.Vito Piazzolla

Sono una giovane signora disabile di Sannicandro Garganico, Nardella Laura,inserita nel progetto nazionale ADI sotto la supervisione del Distretto Asl fg di San Marco in Lamis da ormai un anno e presidente dell’associazione per disabili ed anziani ”NOI COME  VOI “.

In questo periodo di tempo ho notato che il programma nazionale ADI nel nostro distretto di appartenenza e’ fatto con coscienza professionalita’ ed estremo entusiasmo. La carica di presidente di un’associazione per disabili ed anziani comporta delle responsabilita’ civili e morali,ma vivendo la mia disabilita’con dignita,in alcuni momenti mi soffermo a pensare come poter migliorare il servizio offerto e comunque la qualità di vita delle persone che vivono la mia stessa realtà.

Nel voler fornire il mio pur modesto contributo alla causa, ho immaginato o sognato “I HAVE DREAM” come diceva un grande, che sarebbe oltremodo utile e particolarmente vantaggioso dare un’ identita’ a questa fascia di popolazione denominata “DISABILE” , appartenente ai vari comuni della ASL FG, tramite magari una sorta di censimento, distinguendo le varie patologie ed avendo cosi’ un quadro completo del loro stato di vita,delle condizioni in cui giornalmente versano,dei loro disagi ,delle loro priorita’, in modo da capire le reali condizioni di queste persone  meno fortunate ed in alcuni casi considerate figli di un Dio minore.

Sarebbe uno strumento ideale per elaborare politiche efficaci, che in sinergia con la componente sociale,potrebbero portare alla risoluzione di quelle problematiche insite nel sistema  e comunque nella gesstione del disabile all’interno del proprio nucleo familiare  oltre che ad una piu’ facile integrazione sociale.Questo sistema porterebbe i vari esponenti delle istituzioni ASL-COMUNE-MEDICI DI BASE -PEDIATRI ad avere un filo diretto con la disabilita’ e viceversa; il disabile potrebbe esprimersi per esternare i propri problemi e le proprie aspettative di vita e servirebbe come umanizzazione della disabilita’stessa, fornendo alle istituzioni un viso e non solo un numero da inserire in un organigramma,coinvolgendo il disabile cercando di farlo sentire partecipe della propria condizione.

Vorrei inoltre fare presente che nel nostro comune ci sono casi, per fortuna eccezionali,di disabili che sono reclusi in casa e non possono uscire da anni per un problema di barriere architettoniche,di mancanza di attrezzatura protesica e purtroppo lasciati a se stessi senza una guida.Sicuramente lo stato tutela con leggi ad hoc il cittadino disabile,ma in alcuni casi lo stesso cittadino non riesce,anche per mancanza propria, a richiedere cio’ che gli spetterebbe di diritto per vivere piu’ dignitosamente. Infatti il programma ADI nazionale prevede comunque un’adesione da parte del disabile, affinche’ si possa  innescare un processo di valutazione multidisciplinare ed arrivare ad un’eventuale PAI piano assistenziale individuale.  Il concetto di umanizzazione e’uno dei fondamenti ,come l’etica e la qualita’ del servizio del sistema socio-sanitario nazionale.Il grado di civilta’ di un popolo e’ valutato  anche dalla maniera e nella misura  in cui lo stesso si prende cura dei propri cittadini che hanno diverse abilita’.Per fortuna dai tempi del monte Tagito di Sparta e della Rupe Tarpea dell’antica Roma ,sono stati fatti molti progressi e il diversamente abile ha preso coscienza di se stesso cercando di trovare una collocazione dignitosa all’interno della societa’ in cui vive e della quale dovrebbe esserne parte integrante.

Spero “I HAVE DREAM” che il semplice pensiero di una giovane disabile possa essere recepito nella sua pienezza da chi,con potere gestionale, ha la possibilita’ di determinare dei miglioramenti nella qualita’ della vita di quelle persone che “FORSE” sono state meno fortunate.

Laura Nardella

Menu