No al mega parco eolico a "San Cataldo"

Il progetto interessa quattro comuni e riguarda una superficie di 320 ettari ricadenti nel Parco

Il consiglio comunale del paese garganico (Carpino, ndr) ha detto "no" al mega parco eolico intercomunale "San Cataldo" (per il quale è in corso la procedura di valutazione dell'impatto ambientale, propedeutica al rilascio dell'autorizzazione unica regionale) nel corso della seduta del consesso cittadino dell'altro giorno, assenti i due consiglieri di opposizione (Pd) e il vicesindaco con delega all'ambiente.

Il progetto, presentato dalla Seaenergy srl, con sede legale a Torremaggiore, prevede l'installazione di 62 aerogeneratori della potenza unitaria di 6 MW su una superficie complessiva di 320 ettari, quasi interamente ricadenti nel Parco Nazionale del Gargano ed interessa il territorio di quattro comuni del promontorio: Cagnano Varano, Carpino, San Nicandro Garganico e San Marco in Lamis.

Sul progetto gli enti interessati sono chiamati ad esprimersi, convocati in conferenza di servizi in regione, ma dei quattro comuni interessati, è il solo comune di Carpino ad aver scelto di formulare le proprie osservazioni con delibera di consiglio comunale. Parere non vincolante, certo (la valutazione tecnica del progetto è affidata alla commissione VIA), ma che pone comunque delle questioni che non paiono superabili rispetto ad un progetto che da Carpino definiscono assolutamente "mostruoso" e per la vastità dell'estensione e per l'imponenza degli aerogeneratori (alti al mozzo 135 metri che diventano 200 aggiungendovi il diametro della pala).

Il parere sfavorevole del comune garganico riguarda l'installazione dei 5 aerogeneratori in contrada Vernone (la parte del suo territorio interessata dal progetto), ma da Carpino non mancano di evidenziare l'impatto negativo complessivo per un parco eolico che ritengono ingiustificabile già da una sua prima valutazione preliminare considerando il devastante impatto visivo (i 62 aerogeneratori sarebbero visibili da ogni parte del Gargano, dalla terra e dal mare), l'enorme consumo di suolo che comporterebbe e la necessità di disboscare un'area molto vasta, contravvenendo ad ogni principio in materia di sviluppo sostenibile e di tutela del paesaggio.

E le valutazioni raccolte nella delibera ratificata dal consiglio comunale di Carpino non si limitano a richiamare principi generali, bensì entrano nel merito specifico, elencando una serie di vincoli e disposizioni normative o di pianificazione urbanistica regionale che l'ambizioso progetto violerebbe. A cominciare dalla osservazione che nel PUTT/P (Piano urbanistico territoriale tematico/paesaggio) l'area di Carpino interessata (zona Vernone) gode di tutele tese alla salvaguardia dell'assetto attuale qualificato e delle visuali panoramiche, per due aerogeneratori inoltre interviene la disposizione a tutela dei boschi che non permette trasformazioni della vegetazione se non per attività connesse alla silvicoltura, mentre su tutta l'area vigerebbe anche il vincolo idrogeologico.

Inoltre, la nuova cartografia regionale prevista dal PPTR (Piano paesaggistico territoriale regionale), seppur non ancora approvato, qualifica come aree boscate soggette a tutela tutte le parti del territorio interessate dal progetto, dunque "non idonee" per legge alla installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili; aree che rilevano, come tutto il Gargano e le zone umide di Capitanata (si legge nella delibera), anche come IBA (important bird areas) sulle quali un tale parco eolico rappresenterebbe una enorme barriera per l'avifauna stanziale e migratoria.

Fonte: Anna Lucia Sticozzi per "La Gazzetta del Mezzogiorno"

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