A margine della presentazione Centro Antiviolenza

 Convento Santa Maria delle Grazie                  

 30  NOVEMBRE  2016

 

 

Quando si parla di qualcosa, soprattutto di qualcosa molto importante,

si ha timore di non trovare le parole giuste.

La migliore eloquenza diventa quella che serve ad ottenere le cose.

 

Ho conosciuto una bambina in una foto, i suoi occhi neri, belli,

felici e sognanti, come tante della sua età.

Ho rivisto lo sguardo di quella bambina,

nella donna che è oggi, spento, i sogni svaniti.

 

Quella donna era mia madre, che non leggeva i libri.

Ed io non ho mai saputo trovare le parole per cambiare quello sguardo.

Lei aveva scelto di stare in silenzio, il suo nemico, che l’ha sempre sopraffatta.

 

Oggi le parole delle donne non sono come quelle degli uomini,

portano la bellezza nella vita,

ma una cosa rimane difficile: farsi accettare come persona,

meglio  “l’angelo del focolare”.

E allora la donna grida e ancor meno viene ascoltata,

e impara che ci vogliono più voci per ottenere considerazione.

 

Ma le parole che le donne oggi sentono non sono quelle giuste:

molestia, abuso, violenza, maltrattamento, mancanza di dignità, femminicidio.

 

Non è proprio facile essere donna, ad una qualsiasi latitudine.

 

La mancanza d’amore è la causa, l’educazione sentimentale è un rimedio, le leggi come presidio.

 

Bastano queste consapevolezze? Non lo so, ma facciamolo.

Non si può accettare la violenza solo perché fa parte di questo mondo e irrompe nella nostra vita quotidiana.

 

Per quanto mi riguarda vorrei solo non sbagliare e ritrovare il sorriso di una bambina nella donna che diventerà.

                                                                

Antonio Cristino           

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