Ricordando don Aristide, nel 52° anniversario della sua morte

Nella memoria di molti sannicandresi di una certa età, il 16 aprile 1964 rappresenta una data segnata da profonda tristezza poiché venne a mancare improvvisamente don Aristide D’Alessandro.

Il giorno prima, passando per via Roma, mentre salutava alcuni amici, una motoretta Vespa  guidata da un giovane, prese come a volo, tra le ruote, la zimarra del sacerdote il quale cadde disteso sul selciato, rompendosi un braccio. Fu aiutato a rialzarsi anche dal giovane che lo aveva investito e che ora gli chiedeva di scusarlo per il gesto involontario. Tornato a casa, non aveva nessuno che lo aiutasse a svestirsi e a riprendersi dalla fatale caduta, dal momento che era anche di natura riservato e sensibile al pudore. L’indomani, era atteso come ogni mattina, per celebrare la santa messa nella chiesa di San Giovanni, di cui era cappellano. L’anziana donna delle pulizie di casa sua Angela Maria Di Salvia, insieme a tanti altri fedeli, si allarmò per l’insolito ritardo; recatasi personalmente in casa del sacerdote, lo trovò esanime, nella più semplice povertà, da francescano, come egli aveva sempre vissuto. In quella giornata, il popolo in massa si riversò nella Chiesa Madre dove fu esposta la sua salma, per dare l’ultimo saluto a questo sacerdote venerato e amato come padre e maestro.

Il 17 si svolsero i funerali; la bara scoperta, portata a spalla, attraversò le vie del paese, fra una marea di gente commossa. Si chiudeva una pagina di storia umana di San Nicandro, ma altre se ne aprivano. Don Aristide D’Alessandro era nato a San Nicandro Garganico alle 4.30 antimeridiane del 29 settembre 1881, in una modesta abitazione in via Mercato n. 12; suo padre Giuseppe, amministratore della benestante famiglia De Pilla e poi impiegato comunale, poteva garantire una discreta sicurezza economica alla sua famiglia, costituita dalla moglie Teresa, dal piccolo Pasquale, da Aristide e da Nunzia. Aristide aveva quattro anni quando morì la madre e suo padre si risposò. Egli intanto cresceva, bruno di carnagione, riccioluto, abbastanza sicuro di sé, deciso  e di carattere allegro, fra giochi di ogni genere, ma anche con una spiccata attenzione verso le immagini sacre, le processioni, le preghiere; volenteroso e di grande intelligenza, mostrò subito tutti quei requisiti che lo avrebbero portato ad avere una personalità matura, intelligente e responsabile.

Andò a studiare in Seminario a Lucera, poi a San Severo, Napoli, Roma, dove conseguì una laurea in Teologia e una in Diritto Canonico. Dopo l’ordinazione sacerdotale nel 1904, rivestì vari incarichi di responsabilità, fra cui anche Cameriere segreto di Sua Santità, dal 1922, dedicandosi con grande zelo al servizio sacerdotale, con grande generosità nei confronti di tutti, specialmente dei più poveri. Dal 1929 fu chiamato incessantemente a predicare in Italia e all’Estero, poiché era molto apprezzato per la sua eloquenza trascinatrice ; fu un versatile e colto scrittore di numerosi libri di carattere teologico, sociale pedagogico. Fu padre spirituale di vari gruppi religiosi e culturali. Con gli anni, la sua salute cominciò a diventare precaria, senza impedirgli di portare avanti ottimamente  i suoi tanti impegni, meritando sempre rispetto ed ammirazione  da quanti contattava e aiutava quotidianamente.

Varie iniziative sono sorte intanto, dopo la sua morte, per ricordarne la profonda figura di uomo e sacerdote di grande fede e cultura illuminata. Dal 1981, nel centenario  della sua nascita, una lapide, posta sulla facciata della chiesa di San Giovanni, ne esalta le qualità spirituali ed umane. Il Consiglio d’Istituto della 1A Scuola Media sita in Rione Boschetto, deliberava all’unanimità di denominare la scuola stessa Scuola Media Statale monsignor Aristide D’Alessandro. Dal 1983 al 1996, si svolse un Concorso letterario di poesia a lui intitolato e curato da Vincenzo Cruciano, con la conduzione del prof. Leo Caputo in numerose edizioni; molte testate giornalistiche del Gargano e della Capitanata, varie associazioni locali gli hanno dedicato mostre ed articoli celebrativi. Natina Mascolo Vaira, insegnante di Scuola Materna e autrice di numerosi libri  di racconti, per l’infanzia e su San  Pio da Pietrelcina, si è particolarmente dedicata alla conoscenza e alla diffusione del messaggio di don Aristide nella sua multiforme ricchezza umana, spirituale e culturale, pubblicando ben due libri Don Aristide sempre con noi (nel 1989) e Don Aristide ancora e sempre con noi (nel 2014),descrivendolo fra l’altro così: Altera sembiante /impregnata di nobiltà/, eloquente favella/ che i cuori accarezzava/ e inumidiva agli occhi di pianto/... E mentre la mente richiama/ Don Aristide/ un nome passato, in un lembo d’infinito/ lieve come carezza/prosegue un canto /d’amore, di poesia, di rimpianto/.

Dal 1989, per volontà  dell’Amministrazione comunale è stata dedicata una strada a Mons. Aristide D’Alessandro, nei pressi della casa natale e della seconda residenza. Anche una scuola materna privata è stata intitolata al sacerdote sannicandrese. Il ricordo di don Aristide, indelebile nelle persone di una certa età , come singolare uomo che ha dato lustro alla propria cittadina e  alla Chiesa Cattolica, vada trasmesso alle giovani generazioni, che possono trarne un esempio significativo per la propria vita, dal punto di vista morale ed umano. 

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