ASP Zaccagnino, nuovo ultimatum ai Trentasettisti

L'8 marzo è previsto lo sfratto. Lunedì manifestazione di protesta

Potrebbe essere l'ora definitiva per i Trentasettisti, i locatari ad oltranza dei terreni dell'ASP Zaccagnino, che il prossimo 8 marzo hanno visto fissata la data di immissione in possesso, ovvero lo sfratto dai terreni che attualmente conducono. Un ultimatum che ha gettato le famiglie degli affittuari in una disperazione che appare giustificabile dalla essenzialmente natura agricola del loro sostentamento.

La storia. I Trentasettisti, così denominati dal numero dei titolari di contratto di locazione, sono affittuari di quei terreni ormai da decenni (anni '60), grazie a continui rinnovi. Nel 1997 il commissario dell'allora Fondazione, chiese ai Trentasettisti il rinnovo dei canoni di locazione, ingiunzione non corrisposta dagli affittuari che costrinsero il commissario a ricorrere in giudizio presso la sezione specializzata agraria del Tribunale di Lucera, per il rilascio dei fondi. Un errore, quello dei Trentasettisti che, incoraggiati dalla politica di quegli anni, speravano ingenuamente in un riscatto di quei terreni dopo le migliorie apportate.

Le sentenze, infatti, diedero ragione alla Fondazione anche nei casi di Appello e i Trentasettisti acconsentirono ad una soluzione transattiva che, tuttavia, si rivelò potenzialmente dannosa per l'Ente, stando ai pareri tecnici, per cui già allora si intravvedeva l'ipotesi di sfratto immediato. Misura da subito osteggiata dall'allora sindaco Nicandro Marinacci, le cui continue pressioni sul CdA della Fondazione per bloccare lo sfratto (vi fu anche una delibera di Consiglio comunale da molti ritenuta illegittima) fecero scoppiare il noto caso del voto di scambio, accusato dall'opposizione in Consiglio comunale e approdato fino in Consiglio regionale, con l'emissione, da parte della Procura di Lucera, di avvisi di garanzia a catena per l'ex sindaco e per i locatari. Accusa da cui gli interessati furono prosciolti per mancanza di prove, mentre si istruiva, da parte dei Trentasettisti, l'ultimo ricorso in Cassazione, tuttora pendente.

La situazione. Ora, il nuovo CdA dell'Ente Zaccagnino, presieduto da Nicandro Di Salvia, ha deciso di dare seguito all'ordinanza di sfratto, per riprendere direttamente l'amministrazione di quei terreni, stimando che nell'attuale situazione, l'Ente troverebbe maggior rendita nel gestirli direttamente e ricordando - come ha fatto Di Salvia nell'ultima conferenza - che quei terreni erano e restano dell'ASP Zaccagnino. Dura, disperata la presa di posizione dei Trentasettisti, che chiedono di rispettarela sospensiva delle sentenze di Appello scaturita dal ricorso in Cassazione ma anche di acquistare quei terreni alle condizioni dettate dall'ASP. Tuttavia, ritengono i Trentasettisti, la Fondazione sembra sorda ed avrebbe l'unico intento di cacciare gli affittuari che, proprio ieri, hanno annunciato una manifestazione pacifica a S. Nazario, diramando un comunicato stampa che riportiamo integralmente

«I trentasettisti di San Nicandro Garganico sono mortificati dall’accanimento che si sta perpetrando nei loro confronti, da parte della ASP Zaccagnino. L’otto di marzo, infatti, è prevista l’immissione in possesso nei loro terreni, che di fatto toglierebbe la fonte principale del loro unico sostentamento. Famiglie che verrebbero messe in mezzo ad una strada per delle scelte incomprensibili che si vogliono fare alle loro spalle.

L’Ente incurante del giudizio pendente in Cassazione e della richiesta di sospensiva dell’esecutività della sentenza di Appello, non vuole sentire ragioni e ad ogni costo vuole cacciare lavoratori che hanno dissodato e resi fertili terreni sterili e paludosi. Rimane la perseveranza dell’Ente che non vuole sentire ragioni: “se ne devono andare…”.

Mentre si fanno conferenze promettendo un cambiamento di rotta, di aiuto ai più deboli, di faraonici progetti di agriturismo, in sostanza si vogliono vendere centinaia di ha. di terreni che sono destinati a fini assistenziali. I trentasettisti non riescono a comprendere questa contraddizione: perché vendere i terreni e procedere nello sfratto nei loro confronti? La loro cacciata potrebbe giustificare la vendita? E se veramente vogliono vendere i terreni perché non venderli direttamente ai trentasettisti? Questi ultimi hanno già manifestato l’intenzione di acquistare l’appezzamento che detengono.

Pur in presenza della sentenza di Appello contraria ai trentasettisti, questi ultimi si sono rivolti in Cassazione per aver riconosciuto i loro diritti e inoltre hanno chiesto l’annullamento della re-immissione in possesso, proprio in attesa della sentenza definitiva. Hanno anche dato la loro disponibilità a firmare i contratti alle condizioni dettate dalla Zaccagnino. Perché l’Ente non vuole aspettare la sentenza di Cassazione? (che metterebbe la parola definitiva). Perché tutta questa fretta? Quali sono gli obiettivi che si pone l’ASP Zaccagnino?

I trentasettisti - conclude il comunicato - chiedono solamente che l’ASP Zaccagnino gli rinnovi i contratti alle condizioni poste dall’Ente e che sospenda l’azione esecutiva di sfratto. In alternativa chiedono sospensione dello sfratto in attesa della sentenza di Cassazione. Sono anche disposti ad acquistarli direttamente loro, i terreni che detengono qualora l’Ente abbia voglia di privarsene per fare cassa. Per queste ragioni dichiarano agitazione permanente e che lunedì 5 marzo, saranno in azienda San Nazario per manifestare pacificamente contro quello che ritengono sia, oltre ad una grande ingiustizia sociale, un persecutorio accanimento nei loro confronti. Invitano i cittadini, la popolazione di San Nicandro e tutti coloro che sono solidali con la loro iniziativa, di sostenerli».

Staff sannicandro.org

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