La ssn 90

La spiaggia senza nome 90

Passati i festeggiamenti, SKIAPPARO, a me che vengo dal Guatemala, appare per quello che è: un luogo assurdo. Pieno di rancori e di ingiustizie, di anno in anno più ingiuste. Le migliaia di case abusive restano tali. Nessuno se ne occupa. Ogni tanto le Autorità minacciano di demolire. Qualche casa viene demolita per davvero. Sono quelle abbandonate da decenni. I cui proprietari non vi mettono piede dagli anni 80. Hanno rami di fichi selvatici che sbucano dalle finestre sfondate e sono state visitate decine di volte dai ladri. Quando le ruspe di avvicinano si sente un fuggi fuggi di animali che vi tenevano il nido o la tana: topi, serpi. Le stagioni si infrangono inutilmente su questo lembo di Adriatico meridionale come onde eterne che portano solo relitti di plastica o tronchi di legno di cui nessuno sa cosa farsene. Perché sono fradici di acqua per aver galleggiato per mesi, per arrivare fin qui, frutto di mareggiate che nessuno sa contare.  Chi vi abita si lamenta dell'assenza di servizi e accusa l'amministrazione di Lesina di pretendere solo il pagamento delle tasse senza fornire nulla in cambio ai possessori di case. Chi non vi abita trova che sia tutto uno scandalo questo immenso villaggio turistico abusivo e vorrebbe che fosse raso al suolo per ripristinare il vecchio mitico e favoloso sistema dunale con la orchidee rare, la natura selvaggia, lo splendore del mare cristallino. E non questo schifo di pozzi neri che comunicano con pozzi bianchi, di tettoie all'amianto e di cunette ricolme di immondizia dell'anno scorso. Per il resto SKIAPPARO con i suoi pochi residenti appare come un villaggio del Neolitico in via di formazione, un nucleo primitivo di una comunità primordiale che sperimenta la nascita di un tentativo di civiltà che tarda e tarderà. 

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