Cento anni dalla nascita di Berlinguer

Non può passare inosservata alla mia attenzione la "possente" figura politica e morale di E. Berlinguer a 100 anni dalla sua nascita.

Il mio cuore trema dall'emozione nel ripensare a quelle drammatiche immagini su quel palco a Padova la sera del 7 giugno 1984, le parole indimenticabili di quel partigiano Presidente Sandro Pertini, il giorno dei suoi funerali. Con la sua guida politica e morale si sono formate intere generazioni di dirigenti di quel PCI che nel 1976 al congresso del PCUS portò definitivamente nel mondo occidentale e nella Nato, nella democrazia europea. Era voluto bene da tutti, rispettato da tutti i suoi avversari politici. Negli anni più bui della storia politica italiana non parlò solo con Moro e la D.C., ma persino con l'allora segretario del MSI, Almirante, nel tentativo di arginare insieme il terrorismo rosso e nero. Non dimentico quella immagine, proprio di Almirante, che si inginocchia davanti al suo feretro in segno del grande rispetto che aveva della sua figura. Scriveva Indro Montanelli che Berlinguer era un uomo politico scevro di vanità, insofferente agli esibizionismi, sempre alle prese con una coscienza esigente. Proprio sul rapporto tra etica e politica diceva: "La  questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perchè dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico". Aggiungeva, inoltre, "I partiti di oggi sono soprattutto una macchina di potere e di clientele"; "non rinunciamo a costruire una società di liberi e uguali; non rinunciamo a guidare la lotta degli uomini e delle donne per la promozione delle loro condizioni di vita". Sono insegnamenti di cui ognuno dovrebbe farsi carico ancora  oggi che con l'abbandono delle c.d. ideologie e l'affermarsi del c.d. pragmatismo in politica ha portato all'abbandono di ogni principio etico e morale, allo sfascio quasi totale del nostro sistema democratico. Proprio di questi insegnamenti si sono caratterizzati i gruppi dirigenti che dalla fine degli anni 70 hanno guidato la locale sezione di Sannicandro Garganico della quale ho diretto come segretario per diversi anni. Sannicandro è stata, infatti, la prima sezione di partito ad essere intitolata ad E. Berlinguer nel corso della Festa dell'Unità del 1985 di cui ne siamo stati tutti orgogliosi ed io personalmente in qualità di segretario pro-tempore. Ricordo con emozione l'impegno personale nel lavoro politico di quei gruppi dirigenti, il loro senso di attaccamento al partito, la loro moralità ed eticità nei comportamenti individuali, il senso del rispetto e del bene reciproco anche nei momenti di divisione sempre caratterizzate da posizioni politiche individuali e mai di natura personale. Di E. Berlinguer voglio ricordare, come nota personale, quando in un congresso a Cerignola volle conoscermi personalmente e rivolgermi alcune domande sul dibattito interno al partito sul c.d. strappo del 1976. A lui non sfuggiva nulla!. E' stato un momento di tale imbarazzo ed emozione che ancora oggi non trovo le parole giuste per descriverlo. 

Leonardo Di Monte 

Menu