'Scacco al Gargano': troppi i problemi irrisolti

Al Gargano manca una classe dirigente unita e responsabile

La mancanza di una classe dirigente adeguata e unita nel Gargano. E’ stato questo il denominatore comune degli intervenuti ieri, a San Nicandro Garganico, nel convegno-dibattito “Scacco al Gargano”, organizzato da Legambiente e tenutosi sabato a Palazzo Fioritto.

Ad aprire i lavori, i saluti del sindaco di San Nicandro Costantino Squeo, che esordisce dicendo di non condividere appieno il titolo del convegno, giudicando il Gargano un territorio attivo, come si è visto con la mobilitazione alle Tremiti. «Penso che noi – ha poi continuato Squeo – si debba gestire meglio la condizione identitaria del Gargano, concepibile non più come identità chiusa in se stessa ma che possa sperimentare anche la necessità di sfumare le finali delle proprie inflessioni dialettali: sento la necessità di questa apertura alle realtà che ci circondano».

Infine qualche battuta sul Parco del Gargano: «Quello del Parco è uno stato pietoso – ha dichiarato il sindaco sannicandrese – Ho partecipato all’assemblea sul GAL Gargano e non credo che, così come oggi si presenta, esso possa segnare processi evolutivi del territorio. Vorrei che sperimentassimo l’urgenza della speranza – ha poi concluso – che non è una categoria teologale ma la prospettiva di un impegno politico».

Quindi, gli interventi di Franco Salcuni, della direzione nazionale di Legambiente, Carmine D’Anelli sindaco di Rodi Garganico e presidente della Comunità del Parco, Nicola Vascello commissario dell’Azienda di Promozione Turistica di Capitanata, Michele Eugenio Di Carlo, presidente del Comitato di Tutela del Mare e Sebastiano Venneri, vicepresidente nazionale di Legambiente.

Numerose le criticità affrontate dai relatori, tutte riconducibili ad una gestione che, secondo la riflessione di Salcuni, ha fatto dell’Ente Parco una valvola di sfogo degli equilibri politici, invece di essere un’opportunità di governance del territorio. «Ci sono tanti problemi sul Gargano – ha affermato Salcuni – e non abbiamo mai avuto un luogo serio dove metterli in fila e discuterli uno per uno, per definire di che male essi sono sintomo». Male che, secondo l’ambientalista, è riconoscibile in «un vuoto di leadership politica e di senso di responsabilità che fa paura».

Dello stesso avviso Carmine D’Anelli, che ha sottolineato la cattiva gestione del Parco negli ultimi anni con la presenza di un “tesoretto” di circa 11 milioni di euro mai spesi, accumulati a causa numerose opere e progetti incompiuti. Quindi, per sua competenza, D’Anelli ha ripercorso l’iter del Piano del Parco, solo recentemente oggetto della prima discussione politica, dopo sette anni, che lo ha visto bocciato.

«Il piano del Parco è responsabilità nostra (dei sindaci del Gargano, ndr) – ha tuonato D’Anelli – quando si doveva convocare la Comunità del Parco (l’unione di tutti i comuni afferenti al Parco del Gargano, ndr) non c’è stato mai il numero legale, da destra a sinistra». Il sindaco del porto più gettonato del Promontorio ha poi continuato rimarcando le divisioni politiche nel Gargano e rivolgendo l’appello a «non fare ragionamenti da partitari, come avvenuto per ‘Area Vasta’ dove, invece di puntare su infrastrutture comunitarie, si è ritornati a coltivare tanti piccoli orticelli». Infine D’Anelli a stigmatizzato i ricorrenti pensieri all’eolico off-shore e al petrolio: «Non bisogna cambiare l’economia del territorio. Noi abbiamo un’idea precisa di come esso debba svilupparsi, guardando alla natura e alle bellezze già presenti sul Gargano».

Intervento ripreso da Nicola Vascello, che ha sottolineato come non ci sia mai stato un piano di sviluppo del Gargano, per cui è facile ai governi centrali imporre scelte come l’off-shore e il petrolio. «Bisogna mettere sul tavolo una questione Gargano» è il commento di Vascello. «Il flusso turistico del Gargano – ha poi continuato il commissario dell’APT – è in costante crescita ma ciò che preoccupa è che non provenga più dai paesi del Nord. Significa che non siamo più in grado di vendere il nostro ‘prodotto’ al Nord Italia ed Europa, sicuramente a causa di una mobilità lenta, della mancanza di infrastrutture come un aeroporto adeguato». Discorso nuovamente spostato, quindi, sulla mancata opportunità di sfruttare al meglio i fondi di ‘Area Vasta’ e sull’impressione che il Gargano continui ad essere una sorta di “periferia dell’impero”.

Infine Vascello si è soffermato sulla questione rifiuti: «Siamo in emergenza e tra poco saremo costretti a conferire a Deliceto o Cerignola, con costi esorbitanti. E’ inconcepibile che in un territorio a forte vocazione turistica la politica locale non sia capace di risolvere un problema di così forte impatto con i cittadini».

E il tema dell’inquinamento è stato ripreso più specificamente da Michele Eugenio Di Carlo, che ha rimarcato il problema della cattiva salute del mare, principale risorsa turistica del Gargano. «Oggi è un importante punto di partenza – ha poi commentato Di Carlo – perché finalmente si trova il coraggio associazioni, sindaci, istituzioni, di affrontare tutti questi problemi. Bisogna partire da questa sera – ha poi concluso Di Carlo, dopo aver ripreso le mancanze dell’attuale classe dirigente garganica, colpevole di disunione e di tralasciare un territorio ricchissimo – e trovare uno strumento concreto per risolvere tutti insieme questi problemi».

Non trascurabile, infine, il riferimento al GAL Gargano, che proprio qualche giorno fa ha visto la nomina a presidente di Vinicio Razionale: fondi per circa 14 milioni di euro che non possono essere utilizzati per dirimere le ‘faide’ interne alla politica locale, come dichiarato un po’ da tutti i relatori, da Salcuni a D’Anelli, tenendo fede all’obbiettivo di fare bene al territorio e non s’partirselo’ semplicemente.

Le conclusioni di Sebastiano Venneri hanno ripreso un po’ tutti i temi trattati dai relatori, conferendo la visione ambientalista dei problemi. In particolare, Venneri si è soffermato sull’off-shore: «Legmbiente non è assolutamente contraria all’eolico – ha chiosato Venneri – Anzi, dobbiamo guardare alle energie alternative con favore. Soluzioni come il carbone e il petrolio sono evidentemente obsolete. Il problema, tuttavia, è capire questi parchi eolici e fotovoltaici come e dove si fanno». Si è soffermato, quindi, dopo aver negato la possibilità di trivellare l’Adriatico, sull’eolico off-shore annusato da alcune amministrazioni del Gargano, manifestando come le distanze proposte dai progetti non siano affatto compatibili con la natura del luogo e la sua vocazione naturalistica e paesaggistica. «Bisogna elaborare una nuova visione di turismo – ha concluso Venneri – che guardi anche all’immagine del territorio: non si può venire sul Gargano e trovare ovunque discariche a cielo aperto, ai cigli delle strade, dove la gente conferisce di tutto, compresi elettrodomestici». E, secondo il numero due di Legambiente, in questa situazione di degrado ambientale un ruolo determinante è giocato dal Parco che, ormai da tempo, sarebbe evidentemente latitante.

L’incontro si è concluso con la compilazione di una sorta di decalogo da sottoporre periodicamente all’analisi dei vari tavoli politico-amministrativi, per indirizzarne sempre più l’attenzione verso i problemi del territorio, invece delle beghe interne alla politica.

Matteo Vocale

Menu