Galliano Passerini e i suoi primi 80 anni

Grande partecipazione alla serata evento per la sua festa di compleanno

In una cornice cordiale e festosa, nella serata del 18 novembre scorso, la sala convegni di Palazzo Fioritto, a San Nicandro Garganico, ha visto protagonista assoluto di una serata in suo onore Galliano Passerini.

L’ha organizzata con cura, in nome di una lunga e solida amicizia, Rosa Ricciotti, affermata cantante lirica sannicandrese, docente di canto al Conservatorio di Musica “U. Giordano” sezione staccata di Rodi Garganico.

Numerosi gli amici presenti in sala e tanti in videomessaggi, da tutta Italia, per esprimere gli auguri di longevità e benessere a questo simpatico e vivace toscano di origine, il quale, però, letteralmente innamorato del fascino paesaggistico e della cordialità del Gargano, da quando lo visitò per un reportage fotografico, negli anni ottanta, ha scelto di trascorrervi i suoi anni, giunto al pensionamento, dopo una lunga attività artistica. Infatti, Galliano Passerini ora risiede a San Nicandro Garganico, pienamente inserito e apprezzato, condividendo numerosissime amicizie di tutte le età.

Ottanta gli anni compiuti, “I miei ottant’anni primi” ha dichiarato con soddisfazione, con la consapevolezza e l’esperienza di un uomo tranquillo, da sempre appassionato del proprio lavoro di fotografo d’arte, il quale suggerisce ai suoi coetanei, ma anche ai più giovani, di essere sempre attivi, impegnati, per una vita dinamica e piena di soddisfazioni. Galliano Passerini ha un lungo e apprezzatissimo curricolo di vita: trasferitosi giovanissimo a Roma, ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia, laureandosi come cineoperatore e seguendo anche i corsi di regia, sceneggiatura e produzione. Ha tenuto corsi di fotografia presso l’Università Popolare di Siena. Nella doppia veste di regista e di operatore ha realizzato alcuni documentari d’arte in collaborazione con il Cineclub di Siena.

Negli anni ‘70 ha preso anche parte come attore in film di produzione italiana. È stato membro di  giuria in  occasione  di  competizioni  cinematografiche e fotografiche (Ischia film festival). Ha collaborato per la fotografia con Vittorio De Sica negli ultimi tre film da lui diretti (Lo chiameremo Andrea, 1972; Una breve vacanza, 1973; Il viaggio, 1974).

Giornalista pubblicista dal 1980, è stato per circa trent’anni fotografo corrispondente e inviato del «Radiocorriere TV» e collaboratore dei periodici «Life», «Paris Match»,«Elegant Welt», «Epoca», «Panorama», «Il Venerdì di Repubblica», «L’Espresso», «Opera News», «Opera International».

È stato per oltre vent’anni il fotografo dell’Accademia Chigiana di Siena, per circa un decennio dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia in Roma, durante la direzione artistica di Leonard Bernstein e per un lustro del Festival Pontino di musica da camera di Sermoneta. E’ con soddisfazione ed orgoglio che dichiara, a proposito della sua amata arte , “È stata la mia vita fare fotografie e non è mai stato solo un lavoro; esso è stato la mia vita”.

Galliano, inoltre, è stato consulente di importanti programmi della Rai come Uno mattina, Sereno variabile, Detto tra noi, Voglia di musica, Cronaca in diretta, Made in Italy e ha realizzato una serie di documentari sui teatri lirici italiani per Rai America. In ambito musicale Galliano Passerini è stato organizzatore (Concorso “Callas”, Rai3), impresario e talent scout (Cecilia Gasdia, Kathleen Solose, Rosa Ricciotti, Uto Ughi, Nicola Martinucci, Orchestra della North Carolina School of the Arts), commissario di giuria in concorsi nazionali e internazionali, sia di canto sia strumentali (Atri “Duchi di Acquaviva”, Busseto “Ziliani”, Caltanissetta “Bellini”, Catania “Voci belliniane”, Enna “Neglia”, Montecorvino Rovella, Roma “Sor”).

È stato vincitore di vari concorsi nazionali e internazionali; tra i più significativi, sono da ricordare il Concorso cinematografico internazionale di Salerno (montaggio in macchina), Concorso cinematografico internazionale di Siena (Il Palio), Concorso nazionale per cineamatori (FEDIC) a Montecatini.

Nel 1968 ha vinto a Siena il Premio “Duccio” per la fotografia d’arte, nel 1981 gli è stato conferito il Premio speciale  “Luigi Illica” a Castell’Arquato e – riconoscimento cui tiene massimamente – è stato riconosciuto dalla Città di Gubbio “Matto onorario d’Agobbio”.

Ma ciò che lo ha particolarmente distinto sempre è stata la sua tecnica fotografica: non il tradizionale mezzobusto o la posa statica, bensì l’immagine capace di “raccontare, di saper sintetizzare un evento, una storia in uno scatto. Risultato ottenuto, si badi bene, non attraverso la successione di più fotogrammi come potrebbe avvenire in sequenze o in un video o nelle antiche stereoscope, ma grazie a uno solo frame, un frammento ‘parlante’, in grado cioè di  superare la  dimensione  della  memoria  e  della  testimonianza, aggiungendovi il valore del racconto e dell’immaginazione, che proprio nella parola ‘immagine’ trova la sua radice semantica.

È questa la peculiarità che fa di Galliano un artista completo, un creatore, un Maestro identico proprio a quelli da lui ripresi in una vita di fotografie, e da questa proviene il consapevole protagonismo in quel mondo musicale in cui scelse di vivere”. Egli stesso dichiarò in un’intervista Adnkronos del 6.5.1996: “Non amo le pose scultoree, la staticità dinamiche dirompenti che animino i miei protagonisti, che lascino trasparire, al di là del gesto, di immagini sommerse da un torpore inviolabile... desidero piuttosto imprimere alla foto un’anima”. La qualità del suo artigianato artistico, come i quadri di un grande pittore ai quali è superfluo avvicinarsi per leggerne la firma, unita alla personale cifra stilistica, rendono le suo foto uniche e riconoscibili.

Ai prossimi ottanta anni, carissimo Galliano, con affetto e stima da tutti i tuoi amici, vicini e lontani.

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