Miguel de Cervantes ed il suo “Don Chisciotte”

"Agli uomini di cuore, a coloro che si ostinano a credere nel sentimento puro. A tutti coloro che, ancora, si commuovono; un omaggio ai grandi slanci, alle idee e ai suoi sogni”.

Miguel De Cervantes

Cari lettori,

provo grande soddisfazione nel poter interagire con voi. Chi non ricorda il “Don Chisciotte” cinematografico interpretato da Ciccio Ingrassia e da Franco Franchi? Oggi vi parlerò del romanzo intitolato “Don Chisciotte de la Mancia” creato dalla penna di Miguel de Cervantes. Miguel de Cervantes fu uno scrittore, un poeta, un romanziere ed un cavaliere spagnolo. Egli nacque ad Alcalà de Henares, il 29 settembre del 1547 e morì a Madrid, il 23 aprile del 1616. Molti studiosi sostengono che la sua “penna” influenzò a tal punto la letteratura spagnola che lo spagnolo fu chiamato, a tal proposito, la lingua di Cervantes. Egli crebbe in una famiglia dalle modeste condizioni economiche. Cervantes, dopo aver studiato nel collegio denominato “El Estudio”, ebbe il piacere di sostare in Italia alla corte della nobile famiglia degli Acquaviva. Egli ha combattuto la famosa battaglia di Lepanto che gli costò la perdita della mano sinistra. A Madrid, nel 1606, pubblicò “Galatea”, degli scritti di natura bucolica. Cervantes passò a miglior vita nel 1616. I suoi resti sono conservati nel Convento dei Trinitari Scalzi di Madrid. Al pubblico Miguel Cervantes è famoso per aver scritto il famosissimo romanzo intitolato “Don Chisciotte de la Mancia”. Tale capolavoro appartiene al genere letterario del romanzo picaresco a sfumature epico-cavalleresche. L’epica racconta la storia degli uomini e degli dei; il romanzo cavalleresco riprende l’amore praticato a corte, le lotte fra cavalieri per la conquista di territori o la contesa per amore di una donna. Il protagonista di tale romanzo è Don Alonso Quijano, un hidalgo, cioè un nobile, appassionato di letture epico- cavalleresche. La passione travolgente verso tali letture lo porteranno a voler essere il protagonista reale di tali esperienze. Egli possiede un cavallo, un fidato scudiero di nome Sancho Panza, ed una donna da amare alla “ cortese” maniera, tale Dulcinea de Tobosa. Questo romanzo, suddiviso in due parti, offre al lettore la possibilità di riflettere su diverse tematiche. La prima riflessione è quella sui poemi cavallereschi. L’attento osservatore, infatti, può ragionare sulla presunta insania di Don Chisciotte. Molti studiosi hanno sostenuto che il Don Chisciotte non è altro che una satira del romanzo epico-cavalleresco, consono ad esaltare le proprietà negative di tal genere. Quanti di noi non hanno mai combattuto contro i mulini a vento, nella vita?

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