Le origini della pascka munéscka

Ispirato da Le origini della gastronomia garganica, libro di Michele Torella

 

Quest’anno l’atmosfera del Natale porterà con sé, come accade dalla notte dei tempi, tutta la nostra ricchissima tradizione sannicandrese, e con essa farà la comparsa sulle nostre tavole l’immancabile pascka munéscka, protagonista del nostro primo appuntamento con i dolci natalizi. Si, ma che cos’è e da dove arriva?

Forse è più facile rispondere alla prima domanda, anche se la questione non è affatto scontata per i più giovani. Si tratta di un dolce, con diverse varianti che passano per le esperienze di ciascuna famiglia, ma che non è pascka munéscka senza un ingrediente fondamentale: il fico. Troverete la nonna che vi dirà ca so megghje i fìcura a pprime tèmbe, oppure quiddi a secónde tèmbe, chi vi dirà ca ce fàne derèttamènde cu méle, e tutti avranno a loro modo ragione, ma il punto di partenza è sempre il fico. Non proprio un frutto di stagione.

Molto più complesso è invece tracciare un quadro storico di questo dolce e no, non ci limiteremo a dire che il primato appartiene alla Cemétta, oppure alla Vigna de Brénna o (perché no!?) alla Terra.

Tutti prima o poi avrete sentito dire che pascka ha a che fare con la Pasqua e con i Paesi dell’est Europa, oppure che munéscka ha a che fare con i “mori”, gli arabi. Oggi sappiamo che non è così, perché ci si è occupati seriamente della questione e molte prove sono emerse dagli archivi storici e ci hanno raccontato un quadro molto più complesso e affascinante insieme.

La prova definitiva è riaffiorata dagli Archivi di Stato di Lucera, con una nota privata appuntata di tutta fretta a latere di un atto notarile, risalente alla seconda metà del Settecento. Si tratta della ricetta del Pane Schiavonesco. A leggere la ricetta si rimane impressionati, immutata per oltre trecento anni la ricetta della pascka munéscka è stata appresa da forestieri itineranti, scambiata nelle fiere come si farebbe ancora oggi, ed è penetrata nei nostri territori in una maniera molto più capillare di quanto si possa immaginare, prendendo via via nomi diversi e finendo cristallizzata nella nostra cultura gastronomica. Pascka munéscka è come i nostri antenati hanno inteso pronunciare quel nome.

Il resto della storia è assai più complesso e affascinante, affrontato nel libro da cui è tratta questa sintesi insieme alla ricetta e ad aspetti linguistici, i cui proventi andranno al Bambin Gesù di Roma. Quando però a Natale vi offriranno un assaggio di pascka munéscka, aspettate a dire con diffidenza «nne me piace», accettate l’invito e assaporate la storia, perché sarete in quel momento al cospetto di un monumento della gastronomia garganica.

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