Giornata internazionale della donna

Un pò di storia su questa importante giornata

La Giornata internazionale della donna (comunemente definita Festa della donna) ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare una tragedia che realmente si verificò a New York il 25 marzo 1911, l'incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori (di cui 23 uomini e 123 donne, in gran parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica) ma anche per sottolineare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne sia le discriminazioni e le violenze cui sono ancora oggetto in molte parti del mondo.

Prima di questo episodio, la celebrazione si è tenuta negli Stati Uniti nel 1909, col nome «Woman’s Day» grazie al Partito socialista di Chicago che induceva l’opinione pubblica a discutere dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne.

In Italia la giornata della donna fu celebrata per la prima volta il 12 marzo 1922, per iniziativa del Partito comunista d'Italia. Tempo dopo, venne fondato il periodico quindicinale Compagna, che il 1º marzo 1925 riportò un articolo di Lenin, scomparso l'anno precedente, che ricordava l'otto marzo come Giornata internazionale della donna, sottolineandone il ruolo attivo nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello zarismo.

Nel settembre del 1944, si creò a Roma l'UDI, Unione Donne in Italia, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro e fu l'UDI a prendere l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell’Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro.

Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, secondo un'idea di Teresa Noce, di Rita Montagnana e di Teresa Mattei, autrici di libri a favore dell’emancipazione femminile.

Alcuni decenni fa è stato alquanto negativo per le donne l’atteggiamento di distacco dall’uomo o il suo rifiuto, in nome di un’autonomia economica e di un benessere evidenti. Poco alla volta, si stanno recuperando i valori di rispetto reciproco e unione fra marito e moglie, donna-uomo in generale.

Il punto, purtroppo, è che la famosa "parità" non è mai stata raggiunta. Le donne hanno saputo inserirsi in campi fino a 50 anni fa di esclusivo appannaggio dell'uomo, i progressi e le conquiste dei movimenti femministi sono stati molto grandi ma purtroppo è la mentalità che non è cambiata: il pregiudizio sessuale non è morto.

Quello che ancora perdura nella nostra società è quella che viene chiamata "valenza differenziale dei sessi". Le stesse mansioni o azioni svolte da un uomo vengono valutate più positivamente che se svolte da una donna.

E' importante ricordare anche che a parità di mansioni una donna percepisce mediamente il 10% in meno di un uomo di stipendio, e che in tutti i lavori quando aumenta il livello di professionalità (anche per lavori tipicamente visti come femminili quali cucinare o disegnare abiti) le donne vengono sistematicamente escluse.

L’errore di base consiste nel voler costringere ad un uguaglianza tra uomo e donna che non esiste. Questo dover sempre dimostrare qualcosa da parte delle donne e il concetto base che sono nate per essere complementari, non concorrenti o antagoniste. Nell'ultimo secolo faticando e lottando, la donna ha conquistato in ogni campo le posizioni che le spettano; ora si fa valere nel mondo del lavoro, dello studio, dello sport e in qualsiasi ambito sociale. Eppure da un poco di tempo nell'immaginario continuo la donna sembra retrocessa al ruolo di oggetto sessuale, bambolina sciocca, oca giuliva...è cosi o è solo impressione superficiale? Forse fino a qualche decennio fa si riconosceva alla donna anche qualche altra qualità, oltre all'appagamento sessuale.

E' vero anche che le ragazze di oggi si vendono per una riga di coca o per 2 ricariche del telefono. C'è una moda dall'America che sta riaffermando il valore della verginità e contemporaneamente fare la casalinga e occuparsi della famiglia come una volta. C’è ancora tanto da fare per raggiungere la tanto discussa parità di diritti e doveri.

Con l’impegno e il senso di rispetto reciproco si può ottenere, allo scopo di creare i presupposti di una società fatta di persone di uguale dignità, ciascuno col proprio ruolo in un contesto di impegno comune, collaborazione e benessere sociale.

L'obiettivo fissato dalla Ue per i 27 paesi membri è raggiungere - entro quest’anno - almeno il 30% di membri donne nei consigli d'amministrazione delle aziende quotate per salire fino al 40% nel 2020. Già ora, fa notare la Commissione europea, le donne si laureano più degli uomini (59% contro 41%), eppure vengono poi superate nella carriera. L'Ue spera che le quote di genere nelle società quotate serviranno a combattere dall'interno la discriminazione delle donne nelle imprese, sul fronte della carriera e degli stipendi. Il gap salariale tra i due sessi continua a essere in media del 17,5% nell'Ue. 

Significativo ciò che scrive Pablo Neruda sulla donna:

Donna, titolo d’oro e nome della terra, fiore palpitante della primavera e lievito santo della vita, è arrivata l’ora dell’aurora, l’ora dei petali del pane, l’ ora della luce organizzata, l’ ora di tutte le donne unite per difendere la terra, la pace, il figlio.  

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